
Quando ero alle superiori avevo due amiche che lo veneravano, che cantavano fieramente “Meno male che Silvio c’è…”, che andavano ai suoi comizi in centro a Milano e che cercavano di convincermi che fosse una persona degna della fiducia della gente. Mi è sembrato di rivederle nel film e sono felice. Felice perché io non sono Loro. Io sono gli altri. Coloro che trovano una rappresentazione alla fine dell’ultima fatica Sorrentiniana. Prima ci sono Loro due, un continuo gioco di confronti face-to-face (Silvio vs. Ennio Doris, Silvio vs. Veronica, Silvio vs. Mike Bongiorno e così via) e prima ancora ci sono solo Loro, quelli che vogliono entrare nelle sue grazie guidati da Sergio Morra, il personaggio interpretato da Riccardo Scamarcio.

Sorrentino avrebbe potuto intraprendere parecchie strade per raccontare questa storia e a distanza di quasi una settimana dalla visione del dittico Berlusconiano ho la convinzione che abbia preso quella più semplice. Il mio desiderio era quello di uscire dalla sala incazzata – passatemi il termine -, perché credo che sia questo quello che dovrebbe fare un film su una personalità del genere, soprattutto ora che è di nuovo candidabile (brividi). Non dovremmo essere indignati? Spaventati? Io avrei voluto provare queste sensazioni. L’ultima scena è uno schiaffo in pieno volto, che scuote e trascina fuori da quel tornado ormai noto a tutti come Bunga bunga, eppure non basta a spazzare via le restanti quasi tre ore di ilarità.

Loro eccelle visivamente, con un montaggio certosino che dona scene in cui lo spettatore non può far altro che crogiolarsi esclamando: “Che goduria! Ancora! Ancora!”, omaggi a La Dolce Vita di Fellini (la statua di Cristo tratta in salvo dalle macerie) e scene da videoclip (Meno male che Silvio c’è? I festini in piscina? Parliamone.) che impediscono di restare incollati alle poltrone. Dialoghi mirati, a tratti didascalici, ma che convincono e da cui Berlusconi non esce pulito: non viene santificato, viene ridicolizzato, lui e tutte le sue maschere (letteralmente). Ma ripeto: sono queste le reazioni che deve suscitare?
Mio adorato Sorrentino, da te mi sarei aspettata uno sforzo in più.
Mars.