SULLA MIA PELLE
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Durante il Festival mi sono ritrovata tante volte a vedere film in Sala Darsena e tante volte il mio sguardo si posava sul centro di quel luogo, riportandomi a quel 29 agosto. Da rettangolare, la sala è diventata circolare: tutte le persone presenti a fine proiezione hanno iniziato a muoversi, a stringersi intorno a tutti coloro che hanno preso parte a quest’opera, avvolgendoli in un enorme e caloroso abbraccio accompagnato da uno scrosciare di mani. Otto minuti di applausi che a me sembrano essere durati un’eternità. Un’eternità di emozioni. I cuori che scoppiano.

Film di apertura della sezione Orizzonti della 75a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Sulla mia pelle racconta senza ornamenti e sbavature gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, giovane romano deceduto mentre era in custodia cautelare.

 

 

Silenzi assordanti e una colonna sonora quasi solenne fanno da cornice, mentre i colori cupi e freddi, e le tonalità bluastre che richiamano i lividi del volto tumefatto di Stefano, accompagnano il racconto onesto e coraggioso di uno dei casi di cronaca che più ha animato il nostro paese. Il regista Alessio Cremonini (al suo secondo lungometraggio!) attraverso un’analisi certosina dei documenti giudiziari ricostruisce e restituisce dignità alla vicenda di Stefano Cucchi, all’odissea che tuttora i suoi cari stanno vivendo. Una messa in scena pulita e lineare, che non permette mai di cadere in banali cliché e che tuttavia riesce a colpire… come un pugno nello stomaco.

Primi piani continui che si chiudono sul volto di Alessandro Borghi, sul suo sguardo sempre più spento che lentamente si fa strada verso il finale che tutti conosciamo bene. Un’interpretazione che lacera l’anima. Fa male guardare lo schermo, assistere alla distruzione di quel corpo fragile, spezzato e martoriato; al passo esitante, affaticato e ormai claudicante per via del dolore alla schiena; l’eco della voce di un ragazzo che continua a chiedere aiuto e nessuno che presta ascolto, mentre lo spettatore assiste impotente e non può fare nulla, consapevole che non ci sarà mai un lieto fine. Di Alessandro non c’è più nessuna traccia, si è letteralmente fatto da parte e ha lasciato spazio a Stefano, alla sua sofferenza.

SULLA MIA PELLEIlaria Cucchi (nel film interpretata da un’intensa Jasmine Trinca: il mutamento del suo volto quando riceve la notizia dell’arresto è impressionante) nel libro Vorrei dirti che non eri solo – Storia di Stefano mio fratello (Rizzoli, 2010) offre degli squarci di vita di suo fratello, descrivendone le abitudini e il carattere, senza omettere gli errori che ha commesso: perché Stefano non era un santo e non viene considerato come tale, come in molti credono. E così avviene anche nel film, nel quale vengono mostrati molti lati della vita di Stefano: dalla passione per la boxe alla sua tossicodipendenza.

Sulla mia pelle racconta una vicenda che doveva essere raccontata, affinché non succeda mai più qualcosa del genere. Sulla mia pelle tesse sulla pelle di tutti noi la storia di Stefano Cucchi. È nostra, diffondiamola. Dal 12 settembre al cinema.

Mars.

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