19 dicembre 1996
Lo ricordo seduto ai bordi di una grande fontana, in una grande città Italiana, a raccogliere con lo sguardo lo strascico dell’abito nero di una bionda lunare e gioiosa.
Lo ricordo in preda al panico, in crisi d’inspiration, col suo cappello sulle ventitré, o intento a truccare gli occhi di una giovane amante verace, senza voglia.
Lo ricordo con un berrettino calato sulla fronte, la mano fasciata in un’imbragatura improbabile e le labbra semichiuse.
Lo ricordo bellissimo e impossibile, nel suo completo bianco e nero, coi suoi capelli in bianco e nero, fumare la sua sigaretta come si beve un buon vino, e annoiarsi.
Lo ricordo in automobile, con una donna distinta, a sfrecciare in Via Veneto.
Lo ricordo tra i rovi di un giardino, a sorridere con dei baffetti unti e lucidi, per spuntarla un’altra volta.
Lo ricordo incoronato, a cavallo di un pupazzo di legno, mentre cerca di mentire al mondo sulla sua infermità.
Lo ricordo in un grande letto bianco, accarezzando i capelli di una Barbara, piangendole addosso scuse, scuse per la propria mancata virilità.
Lo ricordo viveur e godereccio, baciare le ragazze per la strada.
Lo ricordo innamorarsi di una triste biondina s’un ponticello malmesso, e ballare con lei una notte di rock’n’ roll.
Lo ricordo anziano, padre insicuro e arrogante.
Lo ricordo in un cinema fallito, a contare i manifesti rimasti di un passato impolverato.
Lo ricordo camminare s’una spiaggia d’inverno.
Lo ricordo, sì, io lo ricordo.
Carmen