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Serena Rossi nei panni di Mia Martini durante la sua celeberrima partecipazione a Sanremo 1989, con il brano Almeno tu nell’universo.

Un foulard rosa pallido sospeso in volo, nel vento fresco di un cielo stellato, in una notte d’estate o d’inverno, non fa differenza. Per me, se fosse un’immagine, Mia Martini sarebbe questo.

Della donna che più di tutte cantò in Italia l’anima delle donne e l’amore disperato, di quella che più di tutte sfidò la paura di soffrire, la leggerezza, la morale e i piccoli uomini, si sa tutto e niente, tra un frammento e l’altro di quella voce sgranata e di quelle parole sacre e profane, insieme consumate e bambine, curiose e innocenti, vergini e disgraziate. Di lei si sa tutto, insomma, e al tempo stesso niente. Vuoto, il bianco totale.

Eppure ci sarebbe molto da dire su Domenica Mimì Bertè, la cantautrice che più di tutte nei suoi anni si contraddistinse per timbro e potenza, dominati da un’esplosiva carica emotiva. Sembrava una menade danzante, quando scuoteva la coda o i riccioli neri attorno al microfono, e cantava… Cantava d’amore, di nostalgia, di profumi esotici perduti e di presente, e vita.

io-sono-miaE va, la vita va, va bene o più semplicemente va…

Per la prima volta, in seguito ad un lungo silenzio durato oltre vent’anni dopo la sua prematura scomparsa, Rai Fiction (che ultimamente sorprende sempre di più) finalmente le dedica un pensiero, con il prodotto televisivo Io sono mia, distribuito sul grande schermo dal 14 al 16 gennaio da Nexo Digital ed andato in onda su Rai Uno la sera del 12 febbraio 2019.
Protagonista assoluta del film, nei panni di Mia Martini, la versatile conduttrice, cantante e attrice napoletana Serena Rossi, disinvolta in un ruolo più grande di lei (e di noi tutti) e perfettamente misurata nella prova canora e recitativa, passata a pieni voti. Nonostante l’inevitabile divisione del pubblico e della critica (i prodotti biografici o si amano o si odiano), il film si distingue per carenza di quella componente agiografica e romanzata che invece caratterizzava quasi tutte le opere simili precedenti e il regista Riccardo Donna -una garanzia Rai, considerato che sono opera sua la straordinaria signora fiction Raccontami (2006) e il nostalgico C’era una volta Studio Uno (2017)- si dimostra ancora una volta capace di immergere il pubblico del piccolo schermo in un tempo ed in una storia che, anche se non gli appartiene, è bello vivere per qualche ora.

serena-rossi-bipic-io-sono-mia-martini-foto-scenaDopo Nino Manfredi, Dalida e Fabrizio De André (protagonisti dei prodotti Rai degli ultimi anni), è ora il turno di Mia Martini: è riuscito un prodotto televisivo a risvegliare nel pubblico italiano la memoria e la nostalgia per gli artisti più significativi della nostra storia, in questo caso per la voce d’amore più graffiante del paese?
Sì, bisogna ammetterlo, il classico taglio da fiction è imponente e costante, ma non mancano i tentativi di elevare l’immagine e la sceneggiatura a qualcosa di più, a partire dalla scelta di ambientare il film in un tempo oscillante tra presente, passato e futuro, grazie a un semplice ma azzeccato gioco di flashback e spezzoni interamente musicali, che rendono più fluido e meno didascalico il complesso.

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Gli ultimi anni: Serena Rossi in Io sono Mia.

In poco più di un’ora è molto difficile raccontare la vita di un’artista così importante, se non mettendo in conto grosse rinunce narrative (e anche musicali) necessarie a rendere il tutto verosimile e al tempo stesso romanzato abbastanza da risultare scorrevole, ma in questo caso non si può dire manchi lo sforzo di condensazione della materia -sì, purtroppo a scapito di molti elementi interessanti e purtroppo trascurati: la storia con Fossati -trasformato nel fotografo Andrea per mancanza di autorizzazioni da parte dell’artista-, il rapporto con la sorella Loredana e con i genitori ed infine una maggiore introspezione nell’animo di Mimì.Alla fine del film sappiamo molto di lei come artista (il che è un bene, mi aspetto e spero di veder aumentare esponenzialmente il numero di ascoltatori su Spotify), ma non ci vengono dati gli strumenti biografici e psicologici per conoscerla e comprenderla a livello emotivo, quindi forse per capire chi è stata veramente Mia Martini.
Ma per questo, forse, basta la sua musica…

Per chi volesse recuperarlo, Io sono Mia è presente gratuitamente e legalmente su RaiPlay, e tutto sommato merita una visione, se non altro in onore dell’incredibile donna a cui è affettuosamente dedicato.
Per chi invece volesse conoscere o riascoltare la straordinaria voce di Mia, lascio qui sotto l’elenco con alcuni tra i miei pezzi preferiti:
Padre Davvero
Che vuoi che sia… Se t’ho aspettato tanto
Minuetto
Gli uomini non cambiano
Amanti
Donna sola
Inno
Piccolo uomo
Ma quale amore
Almeno tu nell’universo
E non finisce mica il cielo
Valsinha
Agapimu

Carmen