Long ago, the world was full of wonder.
It was adventurous,
exciting and best of all there was magic!”

La nuova avventura Pixar ha inizio con queste parole e già dal prologo, riconosciamo un’amica fedele, la tipica originalità degli animatori, padri di Toy Story & Co. Un mondo, quello di Onward, che prende in prestito citazioni da JRR Tolkien e il suo Signore degli Anelli – mischiate a qualche self-reference di casa – e le unisce a quelle del gioco di ruolo Dungeons & Dragons; la differenza sostanziale sta nella magia, poiché qui esisteva davvero. Con la venuta della tecnologia, essa è stata soppiantata e obliata. Molte delle creature leggendarie ormai dimentiche del loro valore e potenziale magico, si adattano a un mondo moderno a noi conforme. In questo contesto si snodano le vicende di due giovani elfi, fratelli e orfani di padre, i quali intraprenderanno un viaggio di formazione per riscoprire la magia ma anche e soprattutto, loro stessi e l’affetto che li lega. Fu un videoclip – uno degli ultimi lasciti del padre – che convinse il regista Dan Scanlon a dar vita al film.

ONWARD

La Pixar predispone ciò che sa far meglio: puntare sui valori ed esperienze personali. Una delle scene più significative della pellicola, prende infatti spunto dalla vita reale, ed è quella in cui il giovane Ian (doppiato da Tom Holland) dibatte una finta conversazione con il padre, mai conosciuto, ascoltando un vecchio nastro registrato. Bella, d’impatto e potente, seppur così semplice. Ciò che il regista – insieme agli sceneggiatori Jason Headley e Keith Bunin – vuole edulcorare per i più piccini, ma che tanto salta all’occhio ai grandi, è quanto la perdita possa modellarci in ciò che siamo, anche più di quanto possa farlo l’amore che ci circonda. Le personalità così levigate spesso bistrattate con effimero giudizio, sono le più sofferenti a cui va data la pazienza di un maggior interesse e ascolto.

5Per questo Barley (doppiato da Chris Pratt) viene recepito da tutti come un ragazzo scapestrato e di troppa infantile natura. Lo stesso Ian, insicuro e timido, avrà bisogno di un’intera avventura insieme al fratello, per comprenderne i dolori celati e accettare che l’unica cura sia farli combaciare ai suoi. È altrettanto interessante la doppia lettura che si può trarre dalla cornice che contiene le gesta dei due protagonisti. Quel passaggio inevitabile quasi, ma lento e poco poco logorante verso la tecnologia ponendo nell’ombra l’aspetto magico, sembra un monito a tutti noi, che smarriti nella routine e nella comodità tecnologica, rischiamo di perdere la nostra scintilla. Così come già era stato fatto nell’Odissea nello Spazio pixariano, Wall-e, in Onward viene reso in più blanda e favolistica maniera – senza soporifero modernismo nocivo e giudizio alcuno – per dirci, con più carezzevole affetto, di non abbandonare mai il nostro occhio bambino e il nostro cuore speranzoso.

Un mondo che ha contenuto la magia una volta, può farla scaturire di nuovo, sta solo a noi con fiducia, come ha fatto Ian insieme a Barley, riportarla alla luce.

In seguito al particolare e delicato momento che stiamo vivendo, la Disney Pixar ha deciso di distribuire il film in digitale. Allo scoccare della mezzanotte del 24 Marzo 2020 potrete trovarlo sulla piattaforma streaming Disney Plus.

Pazientiamo, Onward sarà sempre lì ad aspettarci.

Laura