“Gli uomini pensano che le donne siano solo delle teiere, ma non
sanno che cosa succede quando le si riempie di acqua bollente”.
Questa è solo una delle tanti frasi dense di significato che il pubblico troverà nella nuova serie tv prodotta da Hulu e Fx dal titolo Mrs. America. La serie si snoda in 9 episodi e si ispira alla storia vera di Phyllis Schlafly, scrittrice e politica americana che lottò contro il movimento femminista tra gli anni 70 e 80. Interpretato dalla carismatica ed impeccabile Cate Blanchett, il personaggio di Phyllis è il cuore pulsante di tutti gli episodi, attorno al quale come dei pianeti, ruotano altre figure altrettanto affascinanti come quello della migliore amica Alice, e le “nemiche” Gloria Steinem, Bella Abzug e Betty Friedan. Ogni episodio si focalizza sulle vicende di un singolo personaggio, sulle sue convinzioni, i suoi dubbi e le sue incertezze, analizzandone la psiche per farne un ritratto abbastanza dettagliato.

Il personaggio che più affascina in tutta la storia è quello di Schlafly, sicuramente perché impersonato egregiamente dalla Blanchett, sia fisicamente mediante l’uso di denti finti, sia nella voce e nelle gestualità, tanto da dimenticare la persona reale che si cela dietro quell’interpretazione. Cate Blanchett come un faro illumina tutto lo schermo, ha in pugno l’attenzione dello spettatore, ed ogni suo sguardo, algido e fiero di sé, dà vita a delle scene che meritano i più grandi riconoscimenti ed applausi. Peculiare della personalità di Phyllis è la capacità di fare discorsi dinanzi ad una platea immensa di persone, mantenendo sangue freddo e mostrandosi come una roccia che neanche la pietra più appuntita potrebbe scalfire. E questo la Blanchett lo restituisce perfettamente, ogni volta prima di salire su un palco per una convention contro l’Equal Rights Amendment, lo spettatore è sulle spine con il fiato sospeso, consapevole di stare per assistere ad un’ennesima vittoria da parte della protagonista.
Sebbene venga rappresentata come una donna forte ed indistruttibile, la sceneggiatura della serie ne vuole mostrare anche un lato più fragile ed umano, quello con cui Phyllis è costretta a fare i conti nel ruolo di madre di un figlio omosessuale. Notevoli sono anche le interpretazioni del resto del cast tutto al femminile, in primis quella di Sarah Paulson che ha l’arduo compito di interpretare il personaggio che più si evolve durante i nuovi episodi, forse quello con il quale il pubblico potrà trovare delle affinità e delle somiglianze.
Nonostante i molti aspetti positivi di questa produzione, il cast, i meravigliosi costumi, le musiche e la fotografia, la serie non è del tutto scorrevole, anzi risulta quasi un saggio documentaristico, che, trattando sempre lo stesso tema ma da più punti di vista, risulta a volte noioso e ridondante. I differenti registi degli episodi non riescono a creare una tensione nello spettatore, non esiste un ritmo nella narrazione, ma tutto è molto piatto e monotono. Il presupposto di una serie tv dovrebbe essere quello di intrattenere al meglio tutti gli spettatori a prescindere che quest’ultimo sia o non sia a conoscenza del tema che viene trattato. È compito di questi ultimi creare un prodotto che sia avvincente ed interessante per il pubblico, cosa che purtroppo non accade in questo caso. Premettendo che la serie sia di altissimo livello e curata nei minimi particolari, l’unica cosa che la rende appetibile è la presenza di Cate Blanchett e del restante cast stellare, da Sarah Paulson a Rose Byrne, fino ad arrivare ad Elizabeth Banks e Margo Martindale.
Riccardo