Luci colorate, canti natalizi, l’atmosfera intima del proprio focolare; dicembre è arrivato e tutto ci ricorda che siamo entrati ufficialmente nella stagione più felice dell’anno. Così come cita il titolo del nuovo film di Clea DuVall, Happiest Season, che vuole essere la nuova commedia romantica del nostro Natale 2020 riuscendoci alla perfezione! Kristen Stewart e Mackenzie Davis, unite sullo schermo da un’armoniosa tenerezza, danno vita a Abby e Harper. Le due vivono la loro storia d’amore immerse in luci e colori caldi, quasi fossero uscite da una cartolina di Natale – i titoli di testa suggeriscono senza dubbio l’idea. Come ogni commedia che si rispetti non manca il gioco degli equivoci, ma con l’enorme differenza che DuVall mette in scena una vera e propria sciarada dell’eterosessualità. Infatti Harper non ha ancora confessato alla sua famiglia di essere lesbica e questo la porterà a mentire sulla sua relazione incrinando il rapporto con Abby.

La sceneggiatura firmata dalla regista e da Mary Holland, sa mantenere per tutto il film l’equilibrio giusto tra leggerezza e profonda verità. Il sottile disagio delle due protagoniste – che lo spettatore condividerà, suo malgrado – è palpabile, poiché costrette a nascondere sé stesse per gran parte della permanenza a casa Caldwell. Colpisce in maniera assai differente, intima e personale, il tocco che questa narrazione sa dare: l’equivoco è solo un tramite per mostrare, ancora oggi, quanta difficoltà e paura comporti per molti fare coming out. È il cliché che diventa realismo. Sia pure concessa un po’ di vena macchiettistica, risulterà di grande efficacia l’uso del mezzo tipicamente buffo, spesso inverosimile, che anziché suscitare il riso, metterà in mostra una dura verità. Una quotidianità che è ancora troppo quotidiana e che grazie a un film di tale dolcezza, è possibile proporne la tematica ai più facendoli divertire ma anche portandoli a riflettere. Ancora una volta la potenza dei film si palesa, il linguaggio del cinema si espone: parlare al pubblico, senza imporre dottrine, ma farlo con emotività universale aprendo cuori e menti.

Come da copione, dopo ostacoli e qualche lacrima arriverà il lieto fine; citando una delle golden comedy di Hollywood, la vita è meravigliosa e come fosse uno spirito del Natale onnipresente, saprà coronare la chiusura su Abby e Harper avvolte nel loro affetto – ora mostrato al mondo senza timore alcuno – proprio nel tepore della sala di un cinema.

Laura