Everyone’s story begins “Once upon a time” – It’s up to us to cherish
the time we’re given to ensure we live happily ever after
. ― Scarlet Witch.

C’era una volta, come dice Scarlet Witch nei fumetti, è l’inizio che serve per costruire il resto del nostro lieto fine. Pare quasi che gli autori di WandaVision – l’attesissima serie Marvel prodotta per Disney Plus – abbiano pensato al plot proprio partendo da queste parole. Non è un caso che le tre serie ideate per il rilancio del Marvel Cinematic Universe in programma per la prossima fase (nonché inizio di una nuova saga dopo quella delle Gemme dell’Infinito), siano tutte dedicate a personaggi che devono ancora trovare il loro lieto fine. Falcon e Winter Soldier dovranno proseguire sulla strada lasciata loro da Steve Rogers, Loki – o almeno una versione di lui? – tra inganni e realtà, tornerà a far danni e infine, in ultima battuta ma primi nel progetto, Wanda e Visione. La gemella Maximoff atterra sulla piattaforma streaming e già detiene il primo posto per maggiori visualizzazioni degli ultimi mesi. L’avevamo lasciata sola e in lutto alla fine di Avengers: Endgame e lei aveva preso da noi congedo con la frase “She knows. They [Black Widow and Vision] both do” che sapeva quasi di speranza. Esatto, quasi, perché quando si parla di Marvel i fan ormai sanno di non potersi fidare. Diciamocelo, è molto da supereroi vivere senza mai abbassare la guardia e dopo tutti questi anni di attese, teorie, colpi di scena ed emozioni lo siamo diventati un po’ anche noi insieme a loro.

La miniserie, che conta nove episodi diretti da Matt Shakman e ideati da Jac Schaeffer – già sceneggiatrice di Capitan Marvel e del prossimo film in uscita Black Widow – può, in un certo senso, considerarsi un’opera in tre atti. In prima lettura viene elaborato il teatro in cui Wanda è, fino a prova contraria, padrona della sua nuova e perfetta vita. Qui, nella cittadina di Westview, lo spettatore entrerà a far parte di un esperimento assai ben riuscito. I primi episodi pongono la strana coppia al centro dello sviluppo linguistico televisivo. Per tanto vedremo Wanda nei panni della perfetta moglie casalinga anni 50 affiancata dal marito Visione, professione impiegato in cerca di promozione. Insieme ai novelli sposi anche il resto del vicinato si conformerà al copione e, tra vicini che rasano il prato e piccoli circoli di quartiere, una brillantissima Kathryn Hahn (nelle vesti di Agnes) spiccherà fra tutti loro, e vi assicuro, per ovvi motivi… Ogni episodio omaggia un’annata e ogni decennio ha i suoi punti di riferimento come The Dick Van Dyke Show, Bewitched, The Addams Family, The Brady Bunch, 7th Heaven fino ai più recenti Malcom in the Middle, The Office e Modern Family.

Guardare tutti gli episodi d’un fiato dona un senso di completezza e soddisfazione. È un mosaico ben congegnato che pone, molto laicamente e con l’unico intento di divertire, un briefing riassuntivo di come la televisione e i suoi linguaggi canonici si siano evoluti nel corso degli anni. Tutto sembra perfetto e Wanda può finalmente godersi la vita insieme al compagno che aveva perduto e ai suoi amati gemelli – Tommy e Billy tanto attesi e desiderati anche da noi fan da farci sentire quanto meno loro madrine e padrini! Purtroppo deve però iniziare anche l’atto successivo, nello specifico quella seconda lettura nascosta che mette Wanda e gli spettatori in completo allarme. Il cambio repentino di registro, che porta dalle risate all’ambigua sensazione di disagio, mette subito i nostri sensori di ragno in allerta. È la realtà che tenta d’interferire e con essa lo SWORD di cui fanno parte la new entry Monica Rambeau (Teyonah Parris) e la ritrovata Darcy Lewis (Kat Dennings). L’agenzia antiterrorismo dell’intelligence pone le proprie risorse contro l’anomalia Westview creata da Wanda e lo scontro tra finzione e realtà porterà all’ultimo atto con il culmine degli episodi conclusivi.

Lo sviluppo potrebbe esser tale da definire la pietra su cui poggiare i prossimi film – ad esempio un titolo non a caso: Doctor Strange In The Multiverse Of Madness per la regia già confermata di Sam Raimi – e come Kevin Feige ha già detto più volte, spianare la strada per un maggiore focus sul personaggio di Wanda Maximoff. Se tutto questo dovesse rivelarsi vero, le spalle di Elizabeth Olsen saranno le più solide per poggiare il peso dell’aspettativa. A dimostrazione lo è il grande lavoro svolto per la serie tv, dove talento e versatilità combaciano perfettamente con quelli di Paul Bettany. Entrambi diventano un tutt’uno con il background che li ospita – dalle espressioni esagerate agli sguardi buffi, gesti plateali e volutamente teatrali – e con autoironia ci mostrano una Wanda e un Visione intimi e spiritosi come mai li avevamo visti prima. Il cambio di registro, sia per epoca televisiva che l’insinuante presa di coscienza dei due, non fa perdere ai performer il loro mordente, e la chimica che li unisce rimane salda e immutata.

Tra le tante variabili che possono attenderci, c’è una costante che non può cambiare e che ai fan è chiara come Nova che sfreccia nello spazio. Non importa in quale epoca o in quale universo si trovino, né quanto la realtà fuori Westview rischi di mutare la loro “lunghezza d’onda”: Wanda e Visione sono fatti per stare insieme. L’amore era vero e il dolore nato dal vuoto incolmabile pesa come un macigno. Per quanti siano i perché ancora senza risposta, sappiamo per certo che questa pantomima fiabesca però dovrà finire. Il danno collaterale potrebbe essere immenso e – ormai alla soglia dell’ultima settimana d’attesa per l’episodio conclusivo – già sappiamo che non saremo pronti a lasciare la famiglia Maximoff del civico 2800, a staccare la spina di quel piccolo mondo cubico in pixel dove tutto era perfetto; di quell’anomalia senza incrinature che era stata imbastita, non solo per Wanda, ma anche un po’ per tutti noi.

Laura