Steve Rogers: how does it feel?
Sam Wilson: like it’s someone else’s.
Steve Rogers: it isn’t.

Come la serie tv, è proprio con l’ultimo scambio di parole tra Steve & Sam che voglio iniziare a parlare di The Falcon and the Winter Soldier (nuova serie tv della MCU, la quale per la prima volta combina produzioni televisive a quelle cinematografiche), ideata da Malcolm Spellman e diretta da Kari Skogland. Metto le mani avanti sin da subito dicendo che ciò che andrete a leggere sono parole scritte da una persona il cui supereroe preferito è sempre stato Captain America, sia per quanto riguarda i fumetti, che per quanto riguarda l’universo cinematografico. E proprio dal punto di vista cinematografico premetto sin da subito che per me, come per molti altri fans devoti a Cap, dopo Endgame è stato difficile anche solo dover pensare di affiancare il nome “Captain America” ad un volto che non fosse quello di “Steve Rogers”. Questo anche perché Il Capitano è nato con lui, lo abbiamo visto “evolversi” (nel vero senso della parola) in lui, un ragazzo di Brooklyn diventare una leggenda (un miliardario, playboy, filantropo direbbe: “una leggenda vivente che vive nella leggenda”), un’icona che ha dato speranza non solo sullo schermo ma anche nella realtà, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Ecco, adesso immaginate di vivere all’interno dell’universo Marvel, credere fortemente in tutto ciò che ho riportato sopra, in più essere uno degli alleati più fedeli di Steve/Cap, e di punto in bianco vedervi consegnare Lo Scudo da lui stesso, il quale vi annuncia che ha scelto voi come suo successore.
Questo in sostanza è quello che è successo a Sam Wilson.
Sam, che è sempre stato devoto a Steve, che lo ha supportato in ogni sua scelta corretta o scorretta che fosse, si ritrova in mano la responsabilità di un simbolo così importante come lo shield. Ed è proprio con esso, il quale fa un po’ da terzo protagonista in questa storia, che ritorno all’apertura di questa nuova serie tv, la quale come dice il titolo stesso vede in prima persona le avventure di Sam Wilson nonché Falcon (Anthony Mackie) e James “Bucky” Barnes conosciuto anche come Winter Soldier (Sebastian Stan).

Seppur all’inizio non vediamo il famoso duo ritrovarsi fianco a fianco, entrambi hanno un comune denominatore: cercare di trovare un posto in questo mondo post-Blip. Un mondo nel quale devono anche affrontare la perdita di un mentore, di un amico più che fraterno… Un’assenza che entrambi soffrono e cercano di colmare ognuno a modo proprio: Sam è convinto di non essere all’altezza dello scudo (“I simboli sono vuoti senza le donne e gli uomini che danno loro un significato. E questo qui… Forse è il simbolo più grande di tutti. Ma era grande l’uomo che lo portava, e se n’è andato. […] Quindi grazie, Captain America. Ma questo appartiene a te.”), di conseguenza lo consegna al governo e rinuncia all’opportunità di assumersi la potente legacy che viene con esso, mentre Bucky con l’addio di Steve oramai sente di aver perso l’ultimo frammento che gli restava di quella che lui definiva Famiglia (I’m with you till the end of the line).

Sempre più schiavo dei suoi incubi causati dai sensi di colpa in merito ai massacri avvenuti negli anni ‘40 per mano del Soldato d’Inverno, per cui si trova anche alle prese con la sua vendetta contro gli appartenenti all’Hydra. Nonostante ciò, non passa molto tempo prima che dei nuovi problemi noti come “Flag-Smashers” e “John Walker” riportino i due co-workers a ritrovarsi. Per quanto riguarda i Flag-Smashers, possiamo dire che nei fumetti non sono intesi come gruppo, difatti vi è un villain singolo (Flag-Smasher) il cui vero nome è Karl Morgenthau ed il quale è anch’esso uno dei nemici di Captain America (un po’ come Teschio Rosso simboleggiava il nazismo, Flah-Smasher simboleggia l’antipatriottismo), nella serie televisiva invece è stato deciso di cambiare il genere al personaggio, quindi troviamo una giovane ragazza: Karli Morgenthau (interpretata da Erin Kellyman) come leader di questa organizzazione terroristica potenziata dal Siero del Supersoldato, che desidera un mondo senza più confini né limitazioni, proprio come lo era durante il Blip (nome ufficiale dato dall’uso simultaneo di tutte le Gemme dell’infinito) causato dallo schiocco delle dita di Thanos (che abbiamo visto alla fine di Avengers: Infinity War).

Riguardo John Walker e al fatto che sia stato possessore del nome più americano di sempre indossando un abito a noi familiare, c’è da dire che non possiamo che ammirare l’interpretazione di Wyatt Russell, visto che non sarà stato così facile ricoprire un ruolo che non è stato particolarmente amato sia nell’universo Marveliano, che nella realtà. Vedere il futuro U.S. Agent macchiare qualcosa che rappresenta molte cose per molte persone (“incluso me” aggiungerebbe Bucky) fa molta rabbia, ma provoca anche parecchio dolore. Ora, sebbene questi sembrino essere i presunti cattivi che Falcon e Winter Soldier devono affrontare, ci sono buone probabilità che un altro personaggio identificato come “Power Broker”, il quale è stato menzionato spesso nel corso di questi episodi ma che tuttora rimane sconosciuto, sia il Vero Cattivo e colei/colui che potrebbe diventare un carattere molto più importante. Come nei fumetti di Power Broker si conosce poco e niente. E’ per l’appunto una figura invisibile, che tratta d’affari e fornisce alle persone, oltre che a se stesso, delle dosi del super siero.
In più ha dei conti in sospeso proprio con Karli e gli Smashers.


Continuando sul filone dei nemici, un personaggio importante che sapevamo sarebbe stato presente in questa stagione si fa strada nella storia: Baron Zemo – nei suoi panni sempre Daniel Brühl – (che abbiamo visto come villain in Captain America: Civil War, un uomo che da dietro le quinte era riuscito a mettere contro Steve & Tony e che aveva acquisito la conoscenza di come far svegliare Il Soldato d’Inverno nel cervello di Bucky). C’è da dire che qui Zemo ha coperto tutto un altro ruolo, infatti arriviamo persino ad apprezzare le sue dinamiche all’interno della serie nonostante siamo sempre un po’ titubanti sulle sue azioni. Un altro personaggio che dopo Civil War rivediamo finalmente sullo schermo è proprio Sharon Carter (Emily VanCamp), la quale a seguito di molti avvenimenti negativi ha assunto un atteggiamento molto più cinico. In effetti possiamo dire che con lei gli anni non sono stati del tutto teneri: decidendo di prendere le parti di Captain America (proprio in Civil War) ha deciso di andare contro il governo, motivo per il quale è stata dichiarata nemica dello Stato degli Stati Uniti, in più anche lei è stata una delle tante vittime del Blip.

A seguito di tutto ciò la ritroviamo a Madripoor (isola nel quale Power Broker è il criminale sovrano), qui la vediamo vivere una vita lussuosa commerciando beni, ed anche se in un determinato momento aiuta Bucky e Sam, con poche battute conferma a noi che ci troviamo dall’altro dello schermo che la nuova versione di Sharon Carter sta omettendo qualcosa di non poca importanza. Falcon and the Winter Soldier è una serie tv che va ben oltre le proprie aspettative. Per coloro che (come me) sono sempre stati grandi amanti dei film di Captain America, non potranno che aver apprezzato queste sei settimane nel quale questa nuova serie tv ci ha fatto compagnia. A tratti ricorda anche i primi due Captain America (The First Avenger & The Winter Soldier): i colori, le dinamiche, la struttura delle riprese, il theme di Winter Soldier che fa da background durante una certa scena…

E’ un set ricco di azione intento a mostrarci che qualsiasi capolavoro la Marvel è capace di fare sul grande schermo, ne è altrettanto capace di farlo sul piccolo schermo. Ma è anche una serie che mostra il lato umano dei supereroi: attraverso gli sguardi di Bucky, che parlano più di quanto vogliano far credere, vediamo la sofferenza che si cela dietro un uomo che per gran parte della sua vita non ha fatto altro che essere circondato da cattiveria e tormento, allo stesso tempo veniamo a conoscenza della famiglia di Sam e soprattutto scopriamo che essere un Avenger non ti da la sicurezza finanziaria. Affronta in modo coerente tematiche attuali: riferimenti ai vaccini e ai profili razziali da parte della polizia e del governo. Quest’ultimo tema in particolare ho trovato che sia stato trattato nel modo più trasparente e corretto che potesse esserci. Non è stato forzato in un solo episodio, né tantomeno buttato lì con qualche battuta solo per far vedere di essere una serie “politically correct”. E’ stato studiato ed inserito nel momento giusto in base al contesto che si stava affrontando, ha analizzato alla perfezione il concetto di Captain America negli Stati Uniti passati e odierni, l’importanza dello scudo e l’incapacità di andare oltre il colore della pelle di una persona.

Nella serie infatti viene introdotto un personaggio molto importante: Isaiah Bradley (un ex conoscenza di Bucky), il quale mostra proprio a Sam un po’ di storia riguardo il super-soldier serum che nel corso dei decenni è stata tenuta nascosta. Durante il breve ma non esattamente cordiale incontro con Isaiah, Sam si rende conto che Steve non era stato l’unico ad aver ricevuto il siero, ma che anche Bradley era stato scelto dal governo per missioni di combattimento, diventando “uno di quelli che l’Hydra temeva.” Nonostante ciò, a differenza di Steve, Isaiah non era un ragazzo che rientrava nei canoni da poster per gli Stati Uniti (uomo bianco, con occhi azzurri e capelli biondi) e quindi invece di essere celebrato è stato incarcerato per anni, studiato e messo sotto tortura dagli scienziati. Bucky stesso nella serie tv ci riporta che Steve gli confidò cosa stava progettando, ma che nessuno dei due amici di lunga data sapeva veramente cosa significasse per un uomo nero ricevere lo scudo. E questo è quello che in sostanza accade anche nella vita reale, già perché mettendo per un momento da parte il lato “fantascienza”, in un contesto del genere la linea che divide il franchise dell’universo Marvel dalla realtà è quasi impercettibile. Orribile anche solo pensare che per molti sia stato difficile non tanto dire addio al personaggio di Steve, quanto il dover accettare che il nuovo Captain America fosse un uomo dalla pelle nera.

Malgrado ciò, il modo in cui la Skogland ha deciso di dirigere il passaggio del personaggio di Falcon al futuro nuovo Cap è stato sbalorditivo. Siamo onesti, se avessimo iniziato questa Nuova Fase Marvel vedendo sin da subito Sam (e il colore della pelle non c’entra niente) nei panni del Capitano non lo avremmo mai del tutto accettato. Come ho scritto precedentemente lui stesso che è sempre stato devoto a Steve (in alcune occasioni quasi come se fosse un fan), non riesce a vedere un mondo nel quale Captain America non sia Rogers, quindi Sam stesso si fa da parte convinto di non esserne all’altezza. In conseguenza a ciò viene inserito nei panni di Cap un soldato nato e scelto dallo Stato stesso, una persona che per quanto per il governo possa ricoprire egregiamente il ruolo di Capitan America dal punto di vista estetico, non riesce a farlo da un punto di vista caratteriale. Così facendo la Skogland porta il pubblico a volere che Sam, scelto anche da Rogers, prenda in mano la situazione e soprattutto lo shield e diventi il nuovo Captain America. Un personaggio che nel corso di questi episodi vediamo assumere un comportamento sempre più da leader, coraggioso, ottimista e qualche volta anche cocciuto.
Insomma un atteggiamento che noi del Team Cap conosciamo e supportiamo oramai da tempo.

Troviamo la quantità perfetta di humor ma anche profondità tra Sam e Bucky, che non vediamo più come semplice duo secondario ma come collaboratori che, con la separazione da colui che faceva da intermezzo, si ritrovano ad instaurare un rapporto molto più profondo, senza mai lasciare indietro quei piccoli battibecchi e battute che li hanno resi l’oramai coppia iconica della Marvel. Tra personaggi che ritornano e altri che invece si presentano al mondo MCU, siamo giunti alla grande domanda finale: cosa dovremo aspettarci da quest’ultima puntata?

Diremo definitamente addio a Sam nei panni di Falcon e Bucky in quelli di Winter Soldier e daremo loro il benvenuto come: il nuovo Captain America e White Wolf? Vedremo Walker accettare l’aiuto di un certo personaggio che è stato introdotto nell’ultima puntata, o farsi vendetta da solo? I Flag-Smashers verranno fermati, oppure li riavremo in una tanto voluta seconda stagione (se non pellicola cinematografica)? La vera identità di Power Broker verrà svelata, o la Marvel com’è spesso solita fare ci terrà con il fiato sospeso facendoci continuare ad assumere delle ipotetiche teorie su chi possa essere? Per scoprirlo non ci resta che aspettare domani e vedere sulla piattaforma Disney Plus il sesto ed ultimo imperdibile episodio della prima stagione di questa stupefacente serie tv!

India