Sorso dopo sorso, tra calici di vino e colorate pillole di psicofarmaci, la storia di Anna Fox prende vita in questo film diretto da Joe Wright, capitanato dalla magistrale Amy Adams e da un altrettanto cast stellare che vanta nomi dei premi Oscar Julianne Moore e Gary Oldman. Il film tratto dal libro di A.J. Finn, mette in scena la storia di dolore, perdita, solitudine e riscatto della psicologa infantile Anna Fox, nelle sfumature del thriller psicologico.

Protagonista assoluta del film è la carismatica Amy Adams: la macchina da presa insegue i suoi sguardi sofferenti ed i suoi respiri affannosi, i suoi movimenti e i suoi monologhi, incorniciando una performance quasi teatrale che ancora una volta conferma la versatilità di un’attrice d’eccezione. La monotonia delle sue giornate è scandita da bicchieri di vino rosso, da film in bianco e nero e da sedute di psicoanalisi, uniti a ricordi di una vita che oramai è andata perduta. Se la prima parte del film ha un ritmo più lento e monotono, dalla seconda fino all’apice del finale, la narrazione diventa frenetica e carica di colpi di scena, mescolandosi nella creazione di un thriller psicologico in stile Hitchcockiano. Molti sono i riferimenti al maestro del cinema della vecchia Hollywood, alcuni più evidenti come gli effetti retrò nelle scene splatter, altri più sottili. Un omaggio che però non snatura le peculiarità stilistiche del regista Wright, il quale non cade nella banale scelta di un remake de La finestra sul cortile (1954), ma ambienta nella scricchiolante abitazione di Harlem, un film di spessore nel grande catalogo Netflix.

La scena della macchina capovolta nel salotto, la neve che cade ed il cambio di luci, creano subito un’atmosfera teatrale, dove gli occhi sono puntati tutti su Amy Adams, soprattutto durante la recitazione di un monologo da pelle d’oca. Esteticamente impeccabile, il film riesce ad essere all’altezza delle aspettative del pubblico che ha apprezzato il libro di FIinn e da tanto atteso il suo adattamento, ricreando alla perfezione non solo la classica storia di un omicidio, ma anche le debolezze di una donna bloccata nel dolore della perdita dei suoi cari.

La rassegnata Anna Fox è infatti isolata nella sua incapacità di vincere questa tremenda agorafobia, nell’oblio di un dolore che le ha strappato la voglia di vivere, una vita che solo questo insoluto omicidio la porterà a saper valorizzare. Dall’obiettivo della macchina fotografica, la protagonista si costruisce una finestra sul mondo, dal quale inevitabilmente viene fagocitata, trascinandola a fondo nella lotta contro i suoi demoni interiori, per poi liberarla dalle sue paure e da un passato dal quale riuscirà a voltare pagina solo alla fine.
Riccardo