Il nuovo live action Disney si conferma uno dei film più attesi del 2021, forse il più bello degli ultimi anni, narrando la storia d’origine del personaggio di Crudelia De Mon e le sue vicissitudini prima di divenire uno dei villain più iconici di sempre.

Interpretata dalla magnetica Emma Stone, Estella è una giovane orfana che in seguito alla morte della madre decide di trasferirsi in una grigia Londra degli anni 70’, sperando di aver successo nel mondo della moda e dar sfogo al suo innato talento di designer. Antagonista della storia è invece la malefica Baronessa che, interpretata da Emma Thomson, darà del filo da torcere alla povera Estella e ai suoi due amici furfanti divenuti la sua unica famiglia. La trama è ricca di colpi di scena, e sebbene il film abbia una durata di 134 minuti, tutto scorre liscio e fluido, lo spettatore è calato in un’atmosfera punk rock, in una Londra palcoscenico di party e lussuose feste aristocratiche. I costumi, veri protagonisti del film creati dalla mente geniale di Jenny Beavan, sono il fiore all’occhiello del colossal Disney, e nello stile de Il Diavolo veste Prada (2006) fanno da cornice ad una storia di vendetta dai toni pop e retro.

Emma Thomson è la Miranda Priestly disenyana, di un’eleganza innata, algida, senza emozioni né pietà, il cui unico obiettivo è essere al centro dell’attenzione, venerata da stampa e critici della moda. La sua interpretazione è fenomenale, divertente e mai esagerata, crea a modo suo un personaggio a cui il pubblico già era abituato, senza scadere nell’imitazione o parodia. All’altezza è anche la performance della Stone, la quale riesce a dare il suo tocco simpatico ed irriverente ad un villain che già era stato interpretato anni fa dall’inimitabile Glenn Close.

42 sono i suoi cambi d’abito, quasi uno per scena, e da non tralasciare è la collaborazione con il brand di lusso Louis Vuitton, una piccola chicca che sicuramente è stato apprezzata dagli appassionati di moda. Originale è la sceneggiatura, firmata Tony McNamara, famoso per il suo carattere ironico e per i suoi toni spiritosi e brillanti. Oltre ai sontuosi costumi, a tratti carnevaleschi ma sempre di estrema eleganza e ricercatezza, anche le musiche degli anni 70’ ed 80’ contribuiscono a far calare lo spettatore nella bolla magica della narrazione, catturati dalle iconiche canzoni come Feeling Good e la nuova canzone di Florence and The Machine “Call me Cruella”.

Vedendo questo film si ha la sensazione di assistere ad un prodotto artistico impeccabile, in cui tutti i partecipanti sono ai massimi livelli, un’eccellenza del cast, della regia, della sceneggiatura, dei costumi, del sound e degli effetti speciali, un’opera cinematografica degna degli anni d’oro Walt Disney, lontana dai recenti live action privi di originalità.

Riccardo