Black Widow (regia di Cate Shortland), nonché opera interamente dedicata a Natasha Romanoff, è quella storia dell’Universo Cinematografico Marvel che abbiamo sempre saputo di avere bisogno ma non fino in fondo, o almeno non fino a quando ci ritroviamo seduti su una poltrona del cinema e ne ammiriamo la sua estrema bellezza.

Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) as Black Widow in Marvel Studios’ BLACK WIDOW. Photo by Jay Maidment. ©Marvel Studios 2020.

Ciò non solo perché il poter tornare a vedere un film della Marvel in sala dopo quasi due anni ha reso il momento più speciale, o per la sentita mancanza dei supereroi della MCU (placata in modo eccellente dalle miniserie che sono arrivate su Disney Plus), ma perché è una storia che ci rivela nel modo più profondo chi è veramente Natasha Romanoff, una donna guerriera che si ritrova faccia a faccia con il proprio passato. Che ritrova la sua umanità (la quale avevamo visto riaffiorare in Endgame) e la sua prima “famiglia”.

Ed è proprio con quest’ultima che scopriamo il tassello mancante nella vita di Nat: un valore affettivo al di fuori della sfera Avengers (“Non avevo niente prima, poi è arrivato questo. Questo lavoro, questa famiglia…”).

(L-R): Black Widow/Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) and Yelena (Florence Pugh) in Marvel Studios’ BLACK WIDOW, in theaters and on Disney+ with Premier Access. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Il film si apre con un breve flashback: ci troviamo in Ohio, è il 1995 e Natasha e la sua sorellina Yelena (Florence Pugh) stanno trascorrendo, insieme alla madre Melina (Rachel Weisz), i loro ultimi momenti d’infanzia e libertà. Essi difatti si concludono con il ritorno a casa del padre Alexei (David Harbour) e l’annuncio di un’imminente “avventura” che dalle scene successive da loro un assaggio del futuro infelice che le aspetta.

Con una fenomenale sequenza dei titoli di testa che ci mostra cosa accade loro, la storia fa un salto in avanti e si apre poco dopo gli avvenimenti accaduti in Captain America: Civil War, qui Natasha è in fuga perché tra i Vendicatori ricercati dal governo americano, e prima di Avengers: Infinity War.

In questa parentesi la Romanoff scopre di dover fare i conti con coloro che hanno reso gran parte della sua vita una continua sofferenza: i suoi ex genitori, ma soprattutto la mente spietata russa Dreykov (Ray Winstone) che da anni gestisce un esercito di Vedove Nere, trasformate in macchine da guerra e programmate per eseguire i suoi ordini.

Natasha era originariamente una di esse, mentre Yelena ne fa parte fino a quando non inala una sostanza che la libera da questo controllo fisico e mentale. A quel punto cerca di mettersi in contatto con Nat, che non vede e sente da parecchi anni, spedendole alcune fiale che contengono questa preziosa sostanza.

Black Widow/Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) in Marvel Studios’ BLACK WIDOW, in theaters and on Disney+ with Premier Access. Photo by Jay Maidment. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

A seguito di uno spettacolare combattimento corpo a corpo le sorelle si uniscono con lo scopo di trovare questa inarrivabile “Red Room” (centro operativo di Dreykov) e di distruggerla, ma per riuscirci sanno anche che avranno bisogno dell’aiuto della madre e del padre, e che quindi in un modo o nell’altro la famiglia dovrà riunirsi per sconfiggere definitivamente Dreykov.

Black Widow è un capitolo che porta a compimento il personaggio di Natasha Romanoff, un’eroina che ha iniziato il suo percorso narrativo con il solito cliché della femme fatale (come ricordiamo in Iron Man 2), pronta a sfoggiare pose mentre combatte e senza mostrare la minima imperfezione o emozione, fino ad arrivare ad indossare tute da combattimento più comode e piene di tasche.

Scarlett Johansson as Black Widow/Natasha Romanoff and Florence Pugh as Yelena in Marvel Studios’ BLACK WIDOW. Photo by Jay Maidment. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.

Tutto ciò è anche merito di una stupefacente Scarlett Johansson (qui non solo protagonista ma anche produttrice esecutiva), che nel corso di questi anni ha fatto un lavoro straordinario con il suo personaggio.

Ha dato prova di quanto Nat sia stata una donna che ha scavato dentro se stessa e ha ritrovato i propri sentimenti, seppur educata per opprimerli.

Ad affiancare Scarlett in questo film troviamo una magnifica Florence Pugh che alterna momenti di comicità a momenti in cui accantona il suo lato da guerriera per far strada ai suoi sentimenti più “reali”, e soprattutto fa intendere che è qui per restare.

Yelena (Florence Pugh) in Marvel Studios’ BLACK WIDOW, in theaters and on Disney+ with Premier Access. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Un David Harbour totalmente perfetto nei panni dell’orgoglioso super soldato sovietico (chiamato “Red Guardian” e quasi ossessionato da colui che considera come suo equivalente, Captain America), oltre ad essere un padre goffo che, insieme a Rachel Weisz, dà il via ad alcuni siparietti esilaranti, tipici tra genitori-figli.

Lo stile di Cate Shortland ricorda a tratti quello dei fratelli Russo: carico di azioni adrenaliniche, inseguimenti e continui combattimenti; tuttavia il vero cuore della narrazione sono gli affetti personali.

Qui l’immagine di una famiglia imperfetta e complicata, legati tutt’altro che da un legame di sangue, ma che insieme formano quello che verrà poi definito un altro capolavoro targato Marvel.

Marvel Studios’ BLACK WIDOW L to R: Black Widow/Natasha Romanoff (Scarlett Johansson), Director Cate Shortland, Yelena (Florence Pugh) and Alexei (David Harbour) Photo: Jay Maidment ©Marvel Studios 2020

In conclusione, l’attesa è stata lunga e sfibrante ma n’è valsa la pena perché il minimo che meritava Natasha Romanoff era quello di poterci salutare sul grande schermo.

Nelle sale italiane il film uscirà il 7 luglio, mentre dal 9 luglio sarà disponibile sulla piattaforma Disney Plus con Accesso VIP.

Come sempre: da non perdere la scena dopo i titoli di coda.

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