Paul Schrader, regista di American Gigolò & La Luce del Giorno e sceneggiatore di Taxi Driver & Toro Scatenato, giusto per citarne alcuni, firma il ritorno dietro la macchina da presa con il suo ultimo gioiello: The Card Counter, presentato, in concorso, alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La storia, tragica ed estremamente profonda, vede il protagonista William “Will” Tell (portato sullo schermo da Oscar Isaac), un ex-militare che dopo aver scontato anni di prigione per aver preso parte come torturatore dell’esercito americano ad Abu Ghraib si dedica al gioco d’azzardo. Avendo imparato a vivere secondo la routine del carcere, la sua vita trascorre in modo monotono e privo di eccessi, caratterizzata da una maniacale attenzione ai dettagli che neutralizza qualsiasi condizione di cambiamento.

Will sta cercando una ragione, un motivo per redimersi poiché i suoi ricordi ad Abu Ghraib gli fanno venire voglia di non vivere. Ne trova due: la prima è La Linda (Tiffany Haddish), una finanziatrice del gioco d’azzardo, affascinata dalle abilità di Will con le carte e con l’intenzione di fargli guadagnare molto, a patto che l’uomo esca dall’ombra e si esponga. Il secondo è Cirk (Tye Sheridan), figlio di un militare che ha prestato servizio con Will e la cui colpa lo ha portato ad uccidersi.

Will incontra il ragazzo ad Atlantic City, durante un seminario sulla sicurezza tenuto dal maggiore John Gordo (Willem Dafoe), ed è proprio qui che il giovane lo vuole coinvolgere a rapire e seviziare un nemico comune, nonché colui che ha addestrato i torturatori (tra cui Will e il padre di Cirk) e se l’è cavata senza problemi: il colonnello Gordo! Tell, intenzionato a liberarsi da questi suoi sensi di colpa, accetta la proposta della misteriosa La Linda dalla quale è invaghito e introduce Cirk nel mondo del casinò. Così facendo cerca di distoglierlo dai suoi propositi offrendogli l’occasione di avere una vita diversa e migliore. Ma gli incubi del passato non lo abbandoneranno tanto facilmente.

Il Collezionista di Carte (con Martin Scorsese come produttore esecutivo) è avvincente e riesce a mantenere alto l’interesse dello spettatore grazie alla sua narrativa, la vibrante colonna sonora e le performance degli attori. Isaac incarna in modo impeccabile un uomo che porta con sé il fardello di un trauma psicologico destinato a corroderlo dall’interno.

Usa il poker, gioco conosciuto perché non si devono mostrare reazioni emotive ma si deve tenere un’espressione neutra (la nota “faccia da poker”), come scudo dal provare sentimenti di colpa. Con i suoi monologhi interiori si capta all’istante la sua auto-flagellazione, quanto ai suoi gesti ossessivi: con essi ci rendiamo conto che tiene sotto chiave tanta vergogna.

Willem Dafoe, che ricordiamo anche essere stato protagonista di Light Sleeper (altra ipnotica pellicola scritta e diretta da Schrader), la quale storia a tratti ricorda proprio quella di Will Tell (il protagonista John LeTour scrive su un quaderno i suoi pensieri e cerca una via d’uscita da una vita di cui non è fiero), lo vediamo come un personaggio feroce. La Haddish interpreta con splendore la sua La Linda, mentre Sheridan riesce a mantenere interessante Cirk nonostante le sue intenzioni.

I due assi portanti del film sono palesemente la colpa e la redenzione. E quest’ultima non può arrivare attraverso un’altra persona, si può sperare di ottenerla solo facendo i conti con sé stessi.

The Card Counter è ora al cinema.

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