Il regista sud-coreano Choi Hang-yong nel 2014 realizzò il cortometraggio The Sea of Tranquility, un ottimo prodotto che lo portò, grazie all’aiuto della sceneggiatrice Park Eun-kyo, a dare vita ad una miniserie da otto episodi approdata poi a fine 2021 su Netflix: The Silent Sea.

L’inizio di questa serie tv ci mostra un futuro non così tanto surreale da immaginare: il pianeta Terra è in ginocchio, devastato dalla scarsità d’acqua e la conseguente siccità. Le poche risorse idriche potabili vengono razionate fra gli abitanti e, come spesso succede nelle disgrazie, a rimetterci maggiormente è la gente più umile e povera. Ogni cittadino in base al proprio reddito ha diritto ad una specifica quantità d’acqua, il classismo è sempre un tema caro nel panorama cinematografico sud-coreano. Oramai al limite di ogni speranza, la SAA (una divisione coreana dell’aeronautica) invia un gruppo di soggetti selezionati alla stazione di ricerca Balhae situata sulla Luna al fine di recuperare un misterioso campione, una missione di vitale importanza per la salvezza dell’umanità.

A guidare la spedizione vi è il capitano Han Yun-jae (Gong Yoo), un uomo apparentemente scostante e inflessibile, affiancato dalla dottoressa Song Ji-an (Bae Doo-na), un’astrobiologa spinta dal desiderio di scoprire cos’era successo cinque anni prima nella medesima stazione di ricerca dove sua sorella e tutto il suo team morirono tragicamente. Ji-an, poco convinta delle spiegazioni datele riguardanti il decesso della sorella (sembrerebbe che la causa sia stata una perdita di radiazioni), accetta il compito assegnatole dalla SAA e parte, destinazione Luna.

Ma ben presto tutta la squadra capirà che il governo ha voluto insabbiare diversi misteri ed orrori e la missione prenderà una drastica piega.

L’acqua, elemento comunemente considerato vitale ed essenziale, improvvisamente diviene il nemico numero uno, un silenzioso omicida capace di mietere vittime nei modi più brutali. Questo perché gli scienziati scoprono che il misterioso campione da recuperare a tutti i costi è proprio l’acqua lunare che però possiede delle caratteristiche assai differenti da quella terrestre. Da qui in avanti ogni corridoio, ogni porta, ogni stanza celerà interrogativi e timori a cui a turno tutti i componenti della squadra di ricerca dovranno affrontare, compreso l’arcano segreto che ha segnato la missione di cinque anni prima.

Ciò che contraddistingue The Silent Sea è la sua contemporaneità: in un’epoca come quella in cui stiamo vivendo ora, temi quali il riscaldamento globale, la paura derivata da una pandemia virale e la disparità sociale sono all’ordine del giorno e portano lo spettatore a formulare numerose riflessioni sull’etica e la morale dei personaggi protagonisti. Ma l’aspetto più convincente di questa serie sud-coreana è il sapiente dosaggio di suspence e colpi di scena contornati da un’atmosfera perennemente tesa e claustrofobica che richiama il cinema horror e thriller. I labirintici corridoi della stazione di ricerca Balhae, predominati dall’oscurità e da un raggelante silenzio, ricordano gli ambienti sinistri di Alien, ma in The Silent Sea la creatura mostruosa non ha né zanne né artigli.

Durante gli otto episodi la storia viene sviscerata dei suoi enigmi con parsimonia, non mostrandoci mai troppo e centellinando le risposte ai nostri quesiti. Flashback e intensi momenti introspettivi dei personaggi ci conducono ad un viaggio intimo del loro vissuto, sfruttando la lentezza della narrazione per farci scoprire la profondità (e la miseria) dell’animo umano.

A valorizzare tutto ciò un cast superlativo capitanato da Gong Yoo (Train to Busan, L’Impero delle Ombre, Squid Game) e Bae Doo-na (Sense8, The Host, Cloud Atlas), volti oramai noti non solo nel panorama sud-coreano ma apprezzatissimi anche all’estero; una menzione speciale al giovane Lee Joon, ex-idol oramai ben avviato nella sua carriera d’attore che in The Silent Sea ci ha fatto dono di un’agghiacciante rappresentazione del divario fra bene e male.

È ben chiaro che sempre più cinema e serie tv spingano il pubblico a riflettere coscienziosamente sulle conseguenze del grave accanimento dell’uomo nei confronti del nostro pianeta. L’emergenza climatica è reale ed è davanti ai nostri occhi e non è più da considerare come una distopia. The Silent Sea si fa carico di trasmettere questo messaggio, non risparmiando però al pubblico azione e pathos.

Angelica