Dopo quattro anni di assenza dai grandi schermi, Nightmare Alley sancisce il ritorno in grande stile del maestro Guillermo del Toro, questa volta alle prese con una appassionante storia sull’arte del mentalismo ed il potere della psicoanalisi. Un cast stellare domina la narrazione, dal protagonista assoluto Bradley Cooper, nei panni di un carismatico ed affascinante illusionista, fino ad arrivare a Cate Blanchett, Rooney Mara, Toni Colette e Willem Dafoe, nelle vesti di tenebrosi personaggi secondari.

Tutti insieme brillano per le loro impeccabili performance nel circo magico creato da del Toro che, come da tradizione, ci riporta nel suo universo noir fatto di melodrammi dark e romantiche atmosfere, a tinte horror e thriller. Bradley Cooper con la sua interpretazione del mentalista Stan, ci regala una delle sue performance più sbalorditive della sua carriera, riuscendo a immedesimarsi alla perfezione nella complessità di un personaggio dannato e assetato di ricchezza.

Nel corso della storia assistiamo alla sua formazione nel macabro circo degli orrori, il luogo dove acquisirà consapevolezza delle sue doti di incantatore, fino ad arrivare al culmine del successo e alla fatidica discesa nell’oblio. Ad affiancarlo nel percorso è l’ingenua Molly (Rooney Mara), una giovane donna che con la sua purezza e candore, cercherà a tutti i costi di distoglierlo da spietati imbrogli e soprattutto dal pericoloso mondo dello spiritismo.

A partire dalla seconda parte del film assistiamo ad un twist della narrazione, un punto di svolta per i protagonisti che coinciderà con l’arrivo nelle loro vite della bellissima dottoressa Ritter. Del Toro non si risparmia infatti nel donare luce anche ai suoi personaggi secondari che, come in questo caso, diventano i più intriganti ed accattivanti per il pubblico.

La Blanchett cuce su di se un’interpretazione molto sofisticata, indossando a pennello gli abiti di una misteriosa femme fatale, enigmatica, sensuale, scaltra e ferita, incorniciata nelle raffinate architetture art d’eco del suo studio di psicoanalisi. I suoi sguardi gelidi, le sue movenze ipnotiche e sinuose, con il supporto di elegantissimi look in stile glamour anni 30, sono capaci di scavare nella mente dei suoi pazienti, fino a stregare anche gli animi più impenetrabili come quello dell’ombroso Stan.

Quest’ultimo cede inevitabilmente al suo fascino irresistibile, cadendo in pieno nella trappola da lei ricamata con sapiente maestria. La chimica tra i personaggi di Bradley Cooper e Cate Blanchett è palpabile, decisamente esplosiva, e Del Toro ne rappresenta la sua carica con eleganza, sensualità ed erotismo. Le luci, la fotografia, le musiche e i suoni, sono ancora una volta gli strumenti con il quale il regista riesce a suggestionare lo spettatore, trascinandolo nel mondo degli abissi della mente umana.

La neve diventa ancora una volta la cornice della dannazione dei suoi personaggi, sotto la quale, come successo precedentemente in Crimson Peak, si suggellano i patti più scellerati e gli epiloghi più efferati. Il finale, suggellato dalla drammatica risata di Stan, ci consegna amaramente la morale dell’ultima favola dark di del Toro, la fragilità della mente umana e la consapevolezza della natura tragicamente bestiale degli esseri umani.

Riccardo