Sono passati 15 anni da quando la nostra amata Giselle ci aveva fatto sognare con la sua voce melodica ed il suo sorriso contagioso, così tanto da lasciarci incantati dalla storia sulla ricerca del vero amore. Finalmente ora la principessa di Andalasia fa il suo ritorno in grande stile con una nuova storia interamente ambientata nel magico sobborgo di Monroeville. Giselle (Amy Adams) ed Edward (Patrick Dempsey) decidono infatti di affrontare un cambiamento, quello di abbandonare la caotica cittadina di New York per trasferirsi in un luogo più tranquillo insieme alla oramai teenager Morgan ed alla neonata Sofia. Giselle spera di ritrovare un po’ di quella magia alla quale era abituata nel mondo di Andalasia, quell’atmosfera di gioia e spensieratezza alla quale era stata strappata dalla vita reale.

Come succede spesso quando si tratta di un sequel, specialmente di un capolavoro amatissimo dal pubblico, riuscire a superare le aspettative o quanto meno raggiungerle è sempre molto raro e difficile. In questo caso purtroppo, nonostante il ritorno del cast al completo, fatta eccezione per la piccola Morgan, sostituita dalla debuttante Gabriella Baldacchino, non è stato sufficiente per la costruzione di un film iconico e sublime come il primo.

Rivedere la bellissima Amy Adams nei panni della principessa dai capelli rossi che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, è sicuramente un regalo immenso che la Disney ci ha fatto, la sua performance brillante e strabiliante è veramente imponente con tantissimi numeri di ballo e canto che lasciano bambini ed adulti con il fiato sospeso. È palese che l’intento del regista Adam Shankman fosse quello di fare un ritorno glorioso per il suo gioiello del 2007, i numeri di ballo e canto sono infatti così complessi e maestosi che ricordano proprio i fasti dei colossal Live action Disney come La bella e la bestia (2017) e Maleficent (2014).


Tantissimi sono gli omaggi alle favole classiche a partire dalla Bella addormentata nel bosco, fino ad arrivare a Rapunzel e Cenerentola, ma tutto questo contribuisce a creare confusione e smarrimento nella trama. Trama che in fin dei conti risulta molto banale e già vista, priva di quel guizzo che aveva proprio caratterizzato il primo film, elevandolo addirittura rispetto ai classici del brand stesso. La storia è ridondante, monotona e già vista, il solito incantesimo da sfatare prima della mezzanotte, la villain crudele che rappresenta il male in lotta contro il bene, la bacchetta magica come chiave del mistero, tutto è poco originale, tutto parte di un disegno che invece di creare un capolavoro rappresenta una bozza incompleta e senza senso.

Ciò che rende il film piacevole sono sicuramente i fasti delle ambientazioni e la performance unica di Amy Adams che da sola riesce a risollevare le sorti di questo sequel. La sue recitazione è infatti coinvolgente ed emozionante, è riuscita a ritornare al 100% nel ruolo che aveva vestito 15 anni prima, mantenendone la magia e l’iconica bellezza. Se però con Enchanted ci eravamo emozionati con una storia intensa e educativa, basti pensare alla contrapposizione in chiave ironica tra mondo reale e regno delle fiabe, in Disenchanted manca profondità ed emozione, due capisaldi che nella maggior parte dei casi hanno sempre connotato i capolavori Disney.

Si tratta sicuramente di un prodotto ben fatto e curato nei minimi dettagli ma che alle spalle ha una sceneggiatura debole ed sconclusionata, un peso che si percepisce chiaramente scena dopo scena e che rende la visione difficile e noiosa. Saremo sempre grati al cast ed al regista per aver insistito nel riportarci nel magico mondo di Andalasia 15 anni dopo, quel mondo in cui tutti noi ci eravamo rifugiati e nel quale avevamo conosciuto la nostra migliore amica Giselle, ma sfortunatamente nulla è come sempre e nemmeno gli incantesimi più magici riescono a mascherare un prodotto deludente privo di originalità.

Riccardo Capobianco