Ho un ricordo molto nitido della camera degli ospiti nella vecchia casa dei miei nonni. Il letto a baldacchino con numerosi cuscini perfettamente disposti sulla testiera, le pesanti tende che coprivano due grandi finestre che si affacciavano sul campo di grano, un comò ricolmo di bambole in ceramica, tutte rivolte verso la porta, come a fare da sentinelle. Non mi era permesso giocare con quelle bambole, erano lì, semplicemente in esposizione coi loro vestiti inamidati e i boccoli ad abbracciare quei volti freddi ed impassibili. Eppure ho sempre trovato vagamente misteriose quelle silenti figure, nei loro sguardi vitrei chissà quali pensieri si celavano. Mi piaceva viaggiare con la fantasia, immaginarle prendere vita durante la notte e vagare per la casa radunando gli altri pupazzi e giocattoli alla ricerca di nuove avventure. Molto probabilmente l’aver letto diversi libri della collana Piccoli Brividi di R.L. Stine ha solo che rinvigorito la mia curiosità nei loro riguardi, ma fu diversi anni dopo quando vidi La Bambola Assassina di Tom Holland che quelle bambole assunsero un’aspetto tutt’altro che innocente ai miei occhi.

Esiste un vero e proprio filone di pellicole horror sulle bambole assassine che ha avuto origine dagli inquietanti film sui ventriloqui quali Il Gran Gabbo (1929) di James Cruze ed il film ad episodi Incubi Notturni (1945). Generalmente le bambole dei film horror si dividono in due categorie: quelle che vengono possedute da uno spirito demoniaco e che dunque diventano uno strumento attraverso il quale manifestare la propria malignità (un noto esempio è Annabelle di John R. Leonetti, prequel/spin-off del franchise The Conjuring) e le bambole che hanno vita propria e sono capaci di muoversi e quindi di uccidere (come il famoso Chucky de La Bambola Assassina).

Con l’imminente arrivo nelle sale italiane di M3gan di Gerard Johnstone, film prodotto da James Wan e Jason Blum che vede come protagonista una bambola androide tutt’altro che amichevole, ho deciso di fare un viaggio alla scoperta delle più crudeli bambole assassine, riportando alla luce qualche piccola gemma del cinema di genere che merita una doverosa visione.
Hi, I’m Chucky. Wanna play?
La Bambola Assassina e l’universo di Chucky

Creata da Don Mancini, Chucky è la bambola più famosa e spietata fra tutte, protagonista della saga La Bambola Assassina nata dal primissimo film Child’s Play (1988) di Tom Holland, seguito da altri sette titoli e dalla serie tv Chucky realizzata dallo stesso Don Mancini nel 2022 che al momento comprende due stagioni. Chucky in realtà racchiude l’anima del serial killer Charles Lee Ray, morto in seguito ad una sparatoria e riportato in vita attraverso un rito voodoo, non più nel suo corpo originario ma bensì in quello di un pupazzo. Ciò nonostante, la sua nuova natura non gli impedirà di perpetrare i suoi omicidi. I capelli rossi, il ghigno inquietante e la sua sete di sangue sono solo alcuni degli aspetti caratteristici che hanno reso Chucky un vero e proprio personaggio cult del genere horror. Ad aver conquistato il pubblico è stata anche la sua irriverenza, una lingua tagliente tanto quanto il coltello che spesso brandisce.
Dolls (1987)
Ogni appassionato di film horror che si rispetti deve erigere una statua al geniale Stuart Gordon, regista che ha dato vita a pellicole come Re-Animator (1985), From Beyond (1986) e Castle Freak (1995), pietre miliari del cinema horror. Dolls (1987) è un autentico gioiellino, ingiustamente oscurato dall’uscita solo un anno dopo di La Bambola Assassina. Eppure l’opera di Gordon ha un’anima ben più profonda, una sottile ambiguità ed intelligenza che non si ritrovano assolutamente nel film di Holland. Perchè Dolls non è un film su un gruppo di bambole assassine – badate bene, sono letali e spietate! – ma una fiaba sulla difficoltà di essere bambini e crescere in un mondo di adulti che hanno perso la capacità di vedere con uno sguardo più sognatore. In qualche modo Dolls è un audace Toy Story in versione horror.

The Twilight Zone – Living Doll (1963)

The Twilight Zone (Ai Confini della Realtà) è una serie tv antologica fantascientifica creata da Rod Serling che nella sua quinta stagione (precisamente nel sesto episodio intitolato Living Doll) ha portato in scena Talky Tina, probabilmente il primissimo esempio di bambola posseduta vista in televisione. Talky Tina è una bambola senziente, capace di parlare e muoversi e cercherà sempre di proteggere la sua proprietaria dalle grinfie di un uomo violento (credetemi, arriverete a tifare per lei).
La saga di Puppet Master

Questa saga, avente un numero spropositato di film, ha avuto origine da Puppet Master – Il burattinaio (1989) diretto da David Schmoeller, pellicola che mette in scena le cruente gesta dei pupazzi creati dal burattinaio Andre Toulon, animati da una maledizione egizia. Sebbene il capostipite della saga avesse un’impronta più camp, col proseguire dei film la storia ha acquisito maggior spessore, esplorando approfonditamente i vari burattini e la loro origine.
Magic (1978)

L’horror psicologico diretto da Richard Attenborough narra la storia Corky, di un timido aspirante mago (interpretato da Anthony Hopkins) che lotta disperatamente per sfondare nel campo dell’intrattenimento, ma dopo l’ennesimo fallimento decide di concentrare tutte le sue energie nel diventare un ventriloquo, con l’aiuto del suo burattino Fats. A differenza del suo proprietario, Fats è arrogante e maleducato e pian piano inizierà a parlare da solo, e non si fermerà a questo. Il film è girato meravigliosamente e vanta una sceneggiatura solida curata da William Goldman e tratta dal suo stesso romanzo. Magic non è solo un horror, ma la perfetta manifestazione di un crollo mentale, dell’autodistruzione dell’individuo.
Dolly Dearest (1991)

Col titolo italiano Dolly Dearest – La bambola che uccide, il film diretto da Maria Lease ha subito la stessa sfortuna di Dolls venendo oscurato dall’avvento di Chucky. Eppure per gli appassionati del genere, Dolly Dearest era destinato a divenire un cult degli slasher. Maria Lease prende la tradizionale famiglia americana e la pone in un territorio a loro sconosciuto, totalmente impreparati del pericolo che incombe su di loro. Per quanto il film sia derivativo e sia stato limitato da un ridotto budget, la matrice horror si fa ben sentire e la bambola protagonista sa essere alquanto inquietante.
Annabelle

Dopo la sua prima apparizione in The Conjuring (2013) di James Wan, la bambola Annabelle è stata protagonista di ben tre spin-off e cosa si può dire? Annabelle è una bambola con cui nessuno dovrebbe scherzare! Col suo vestito bianco ed i lineamenti del viso che ricordano una bambola d’altri tempi, Annabelle è posseduta da un’entità demoniaca che prenderà di mira la nuova famiglia che avrà a che fare con la bambola. I film fanno un lavoro ammirevole nel mantenere alta la tensione e lo spettatore è più che legittimato dall’aver paura.
The Boy (2016)

Il film di William Brent Bell fu un vero successo nel 2016 quando arrivò nelle nostre sale. Un horror dalle tinte thriller, la storia di una babysitter che dovrà prendersi cura di Brahms, figlio di una coppia benestante, scoprendo che egli non è un bambino ma bensì una bambola di porcellana. Pur accettando il lavoro, inizialmente la ragazza non presta particolare attenzione a Brahms, credendolo inanimato, ma scoprirà a sue spese che il bambolotto si sposta di stanza in stanza, le parla e nasconde un passato oscuro. Il film regala diversi colpi di scena, non così scontati, ma consiglio caldamente di non recuperare il seguito, fidatevi.
Suddenly in the Dark (1981)
Suddenly in the Dark è un horror psicologico sud-coreano diretto da Go Yeong-nam con una bambola inquietante al centro delle paure della protagonista Seon-hee, una casalinga che vede la sua vita drasticamente cambiata dall’arrivo di una domestica e della sua bambola. Seon-hee inizia ad avere allucinazioni e visioni sconvolgenti, molte delle quali coinvolgono la bambola che si scoprirà esser legata da un’antica maledizione. Il film, carico del fascino della cultura orientale, si fa spazio fra la psiche della protagonista, una donna in eterno conflitto con se stessa, dilaniata dalle sue incertezze ed ulteriormente plagiata dalla paura costante di una calamità che possa minacciare la sua quotidianità.

A seguire, una lista di film con bambole e burattini assetati di sangue come protagonisti. Divertitevi a scoprire quante più pellicole possibili!
- Devil Doll – Il mostro e le vergini (1964), dir. Lindsay Shonteff
- Asylum – La morte dietro il cancello (1972), dir. Roy Ward Baker
- Trilogy of Terror (1975), dir. Dan Curtis
- Cathy’s Curse – Maledetto sortilegio (1977), dir. Eddy Matalon
- Curtains – La maschera del terrore (1983), dir. Richard Ciupka e Peter R. Simpson
- Tales from the Hood (1995), dir. Rusty Cundieff
- Blood Dolls (1999), dir. Charles Band
- May (2002), dir. Lucky McKee
- The Doll Master (2004), dir. Jeong Yong-ki
- Doll Graveyard (2005), dir. Charles Band
- Dead Silence (2007), dir. James Wan
- Non si gioca con la morte (2014), dir. Alexander Yellen
- Evil Little Things (2020), dir. Matt Green

Non perdetevi M3GAN di Gerard Johnstone dal 4 gennaio al cinema per Universal Pictures.
– Angelica