Queer non è solo il libro di cui Luca Guadagnino sta attualmente dirigendo l’adattamento in quel di Roma e Palermo, ma è anche il nostro personale contributo a questo mese. Come ogni anno, come sempre, ci serviamo del Cinema per trasmettere messaggi e pensieri che forse a parole nostre non troverebbero la stessa forma impattante della settima arte. Di seguito parliamo a modo nostro di alcuni dei nostri film queer del cuore.


LAURA

La rappresentazione nei media – che siano serie tv o film – ad oggi può dirsi tanta, ma non è mai abbastanza. Così, come recensione speciale per l’articolo collettivo del mese del pride, ho scelto di parlarvi di “Embrace” per la regia di Lalit Bhusal. Interamente animato, si tratta di un piccolo slice of life della durata di cinque minuti e al cortometraggio tanto basta per giocare facilmente in emozioni, ancora prima di poterlo fare con le azioni. Lo sviluppo, infatti, imbastirà una resa più semplice, sì, ma dal messaggio forte e chiaro: la giovane protagonista si accorge di non provare desiderio alcuno dopo un bacio dato al proprio ragazzo. La sua figura inizia così a creparsi come vetro incrinato e i dubbi l’assalgono. Si sente spezzata e di pari passo con lei, lo percepiamo a nostra volta. Siamo rotti, qualcosa non va, siamo soli e confusi. C’è un mondo pieno di effusioni là fuori e troppo spesso farcito da sessualizzazioni inopportune.

Ma quando la ragazza entra in una libreria e scova un libro sull’asessualità, trova anche la salvezza.

Rappresentazione è visibilità, conoscere significa comprendere e comprendersi.

Ora non è più sola e altre persone si affiancano a dimostrazione che siamo tant* e tutt* dallo spettro diverso, ma compatibile e consimile. È la comunità ace in tutta la sua interezza. Le ferite si rimarginano, il vetro è di nuovo integro.

Ed è questa, l’accoglienza che celebriamo e che vogliamo vedere ogni mese dell’anno.

Se siete interessati, potete trovare Embrace al seguente link youtube: Embrace | An Asexuality-Focused Animated Short Film – YouTube

E restando in tema, lascio qui una lista tutta animata per voi:

  1. She-Ra and the Princesses of Power (2018 – 2020), creata da ND Stevenson (serie tv). 
  1. Harley Quinn (2019 -), creata da Paul Dini and Bruce Timm (serie tv). 
  1. Luca (2021), di Enrico Casarosa. (film). 
  1. Out (2021), di Steven Hunter (cortometraggio). 
  1. Arcane: League of Legends (2021 -) creata da Christian Linke e Alex Yee (serie tv).  
  1. The Mitchells vs The Machines (2021) scritto da Mike Rianda e Jeff Rowe (film). 
  1. Avatar: The Legend of Korra (2012 – 2015) ideata da Michael Dante Dimartino e Bryan Konietzko (serie tv). 
  1. In a Heartbeat (2017) di Esteban Bravo e Beth David (cortometraggio). 
  1. The Owl House (2020 – 2023) di Dana Terrace (serie tv). 
  1. Big Mouth (2017 -) dallo Studio Titmouse, Inc. (serie tv). 

Con menzione speciale al cameo offerto da Martin Short, il quale ha cantato un vero inno LGBTQIA+ presente nella stagione 3 episodio 2: Big Mouth Season 3 | Spectrum Of Sexuallity (Song) – YouTube


MARIKA

I like it when she puts her tongue inside me.”

Sono trascorsi cinque anni dalla prima volta che ho visto The Favourite (2018) e l’iconicità di questo film resterà per sempre impareggiabile. Un period drama così fresco, irriverente, sfacciato e tagliente che mette al centro tre donne potenti. Una sceneggiatura perfetta, senza alcuna sbavatura, ogni parola al posto giusto, in cui i desideri, le fantasie e il piacere sessuale femminili sono il carburante della storia. È importante, e ancora necessario, vedere questi aspetti legittimati e rappresentati così, con rispetto e naturalezza, come dovrebbe semplicemente essere. Alla regina Anne piace farsi praticare sesso orale da Abigail, la nuova arrivata a corte, e che c’è di male? Esatto, assolutamente nulla.

Sulla t-shirt che ho indossato al Pride lo scorso anno avevo ricamato un dialogo, leggermente decontestualizzato, proveniente dal film diretto da Yorgos Lanthimos:
Love has limits.”

It should not.”

The Favourite nella sua unicità, abbraccia le identità di ogni singolo personaggio, mentre si consuma il triangolo fra le tre potenze femminili in cui amore, desiderio e sete di potere si intrecciano senza – appunto – conoscere limiti. Certo, è un po’ un’iperbole in riferimento ai toni comici e la direzione che prende il racconto, eppure dietro la classica e maestosa pomposità da film in costume si cela un’opera profondamente umana che non invalida nessuno. E mi sembra tanto bello. Amiamo chi ci pare, senza limiti.

Di seguito vi lascio una lista di film a tematica Queer che ho particolarmente apprezzato:

  • Bones and All (2022) dir. Luca Guadagnino
  • End of The Century (2019) dir. Lucio Castro
  • Titane (2021) dir. Julia Ducournau
  • Lingua Franca (2019) dir. Isabel Sandoval
  • Fire Island (2022) dir. Andrew Ahn
  • But I’m a Cheerleader (1999) dir. Jamie Babbit
  • Stranizza d’Amuri (2023) dir. Beppe Fiorello
  • In From The Side (2022) dir. Matt Carter
  • Settembre (2022) dir. Giulia Louise Steigerwalt
  • Calcinculo (2022) dir. Chiara Bellosi

INDIA

“I’d like to talk with you. I’d like really talk with you..” 

E si, nel mio caso mi piacerebbe parlare con voi di un cult degli anni ’90: My Own Private Idaho (di Gus Van Sant).  

La storia la conosciamo tutti: due giovani migliori amici che siedono accanto ad un fuoco sul ciglio della strada aperta nel deserto. Uno soprannominato Mikey (River Phoenix) e l’altro di nome Scott (Keanu Reeves). Il primo povero, con il desiderio di sentire il caldo abbraccio di casa, ma non amato vende favori sessuali sia a uomini sia a donne. L’altro ricco, figlio ribelle del sindaco, il quale indulge nel lavoro sessuale mentre attende l’accesso alla sua eredità.  

Il duo viaggia da Portland all’Idaho fino ad arrivare proprio a Roma alla ricerca della madre di Mike.  

Un road movie vulnerabile con una sfumatura di romanticismo insoddisfatto, che nelle mani di Phoenix e Reeves è diventato un capolavoro queer.  

Una storia realizzata in un’epoca in cui Hollywood non sapeva come comportarsi con quel desiderio, in cui la mera esistenza del cinema queer era davvero radicale.  

Difatti la prima tappa di Van Sant in questo film di viaggio è stata proprio quella di mettere in luce i rubacuori degli anni novanta sotto riflettori completamente nuovi. Artisti del calibro come Reeves e Phoenix, entrambe star in ascesa in quegli anni, che cercano di superare le trappole della fama di Hollywood, avventurandosi in una cornice cinematografica indipendente.   

Girato tra uomini e ragazzi della vita reale, per strada, condividendo le loro storie con empatia, non condiscendenza.  

Entrambi [River e Keanu] hanno dipinto Mike e Scott con una naturale autenticità, dando vita a due Belli e Dannati (titolo del film in Italiano) socialmente emarginati ma con un’intima serietà.  

Il personaggio di Mike, a differenza di quello di Scott (eterosessuale), era stato originariamente scritto come asessuato. Il regista stesso disse che il sesso per Mike era qualcosa in cui si scambiava, di conseguenza non aveva una vera e propria identità sessuale. Ma l’interpretazione di River fece sembrare che fosse più attratto dal suo amico, che fosse davvero innamorato di lui (“I could love someone even if I… You know, wasn’t paid for it. I love you and you don’t pay me”). Ed è stato proprio lui che fece emergere nel suo Mikey questo amore per il suo Scott.  

My Own Private Idaho è un viaggio non convenzionale, da vivere minuto per minuto, miglia per miglia, sentimento per sentimento. 

E ricordate che nessuno ha il diritto di giudicare Our Own Private Love.    

Qui una lista di film/documentari/serie tv a tema LGBTQ+  

Come nel caso di My Own Private Idaho non tutti hanno il classico “e vissero felici e contenti” ma proprio per questo li consiglio caldamente.  

• The Color Purple (1985) dir. Steven Spielberg
• Personal Best (1982) dir. Robert Towne
• Carol (2015) dir. Todd Haynes
• The Kids Are All Right (2010) dir. Lisa Cholodenko
• Beginners (2010) dir. Mike Mills
• Imagine Me & You (2005) dir. Ol Parker
• Maurice (1987) dir. James Ivory
• Call Me by Your Name (2017) dir. Luca Guadagnino
• It’s Only Life After All (2023) dir. Alexandria Bombach
• Grace and Frankie (2015-2022) dir. Marta Kauffman & Howard J. Morris


ANGELICA

A ventun’anni di distanza dal film Le Fate Ignoranti, Ferzan Özpetek riprende in mano quel ricco agglomerato di personaggi eccentrici e sognatori e ci fa dono dell’omonimo reboot: Le Fate Ignoranti – La Serie (2022), approdata su Disney+.

La storia è sempre la stessa: dopo la morte di Massimo a causa di un incidente stradale, la moglie Antonia scopre che per un anno il suo compagno ha avuto una relazione extraconiugale con Michele. Delusa ma anche curiosa di scoprire la seconda vita del marito defunto, decide di incontrare Michele, conoscendo inoltre tutta la sua cerchia di amici che vivono nel suo palazzo situato nel cuore della zona Ostiense. Se inizialmente fra i due la tensione si taglia col coltello, col passare del tempo impareranno a conoscersi ed a volersi bene.

A differenza del film, proprio per la sua durata maggiore, la serie ci offre la possibilità di addentrarci nel vissuto di ogni residente del condominio di Michele ed è qui che si crea la magia. Scopriamo la solarità ma anche i toni grigi delle giornate di questo ampio ventaglio di personaggi, un po’ come se ci trovassimo davanti ad un arcobaleno umano, perchè sì, questa serie abbraccia più aspetti dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

Nel corso degli episodi assisteremo alla metamorfosi di Antonia, prima superficiale e con una visione della vita in bianco e nero, poi aperta ad accettare il nuovo, il diverso, che poi tanto diverso non è.

L’umanità de Le Fate Ignoranti ed il suo cast di altissimo livello sono le punte di diamante del lavoro di Özpetek, al passo coi tempi trattando i temi delle unioni civili e dell’identità di genere rivendicata, che nel lontano 2001 – ai tempi dell’uscita del film – erano ancora taboo. A spiccare su tutti, le interpretazioni di Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta (rispettivamente Antonia e Michele), eredi dei ruoli che furono di Margherita Buy e Stefano Accorsi.

Ma non temete, per quanto abbiate amato la storica coppia del film, vi affezionerete con facilità al nuovo cast e verrà spontaneo desiderare di trascorrere insieme a loro pranzi e cene nella soleggiata terrazza, in compagnia di buon cibo e tanta musica.

Oltre a Le Fate Ignoranti – La Serie, vi consiglio questi dieci titoli:
– The Children’s Hour, dir. William Wyler (1961)

– Rafiki, dir. Wanuri Hakiu (2018)

– The Crying Game, dir. Neil Jordan (1992)

– Lingua Franca, dir. Isabel Sandoval (2019)

– A Touch of Fever, dir. Ryōsuke Hashiguchi (1993)

– On the Beach at Night Alone, dir. Hong Sang-soo (2017)

– My Beautiful Laundrette, dir. Stephen Frears (1985)

– Great Freedom, dir. Sebastian Meise (2021)

– All About My Mother, dir. Pedro Almodóvar (1999)

– Selah and the Spades, dir. Tayarisha Poe (2019)