Todd Haynes ci regala ancora una volta un progetto graffiante e seducente, un melodramma ossessivo e morboso dal titolo May December, accolto con 8 minuti di applausi durante l’ultima edizione del Festival di Cannes. Il titolo rappresenta un modo di dire inglese per definire una relazione tra una persona giovane ed una considerevolmente più anziana, in questo caso tra una donna sposata di 36 anni ed un giovane ragazzo di appena 13 anni.

Protagonista di questo racconto è infatti Gracie, interpretata dalla bellissima e senza tempo Julianne Moore, una madre di 5 figli che nel passato aveva suscitato scandalo per aver intrapreso una relazione extraconiugale con un giovane teenager di soli 13 anni. Questo amore, che le valse la prigione, fece sì che la nascita del bambino frutto del loro amore illecito innescasse un fenomeno mediatico sotto i riflettori di giornali scandalistici.
Ad interrompere l’apparente quiete di quest’ultima e del marito Joe (Charles Melton) è l’arrivo della bella Elizabeth, interpretata dalla magnetica Natalie Portman, un’attrice della Julliard University che interpreterà proprio Gracie in un biopic sulla sua vita tumultuosa. Elizabeth si insinuerà nella vita quotidiana di questa coppia, cercando di capire tutte le sfaccettature della sua personalità e quali possano essere stati i motivi profondi che la portarono a lasciarsi andare ad un amore così trasgressivo.

Trasgressione è proprio la parola chiave di questo progetto, in cui Todd Haynes ancora una volta gioca con lo spettatore interrogandolo e spingendolo a chiedersi cosa stia esattamente succedendo davanti ai suoi occhi. I suoi personaggi ambigui e sfuggenti non hanno dei limiti, per questo disorientano ed incuriosiscono alla stesso tempo su tematiche anche molto attuali come il sessismo (quello di una donna che costruisce una famiglia su una relazione extraconiugale con un minorenne), gli istinti predatori e l’age gap. La caccia infatti, oltre ad essere la passione di Gracie, diventa una metafora più grande in questo racconto così intimo e malizioso, la cui vittima si identifica principalmente nella figura del povero Joe.

Quest’ultimo grazie all’arrivo di Elizabeth, riporterà alla luce ricordi del passato che metteranno in discussione la veridicità del suo matrimonio anomalo, liberandosi alla fine da questo gioco di apparenze e manipolazioni, proprio come le sue amate farfalle dalla crisalide. Protagoniste assolute sono però le titaniche Julianne Moore e Natalie Portman, coinvolte in questo gioco di specchi, riflessi e apparenze, nel quale ognuna cela le proprie verità, regalandoci delle performance meravigliose che sicuramente trionferanno durante la prossima awards season.

“Le persone insicure sono pericolose”, dice con tono graffiante Gracie ad Elizabeth in una delle battute finali del film, in una scena clou che fa crollare tutte le certezze acquisite precedentemente dallo spettatore. Ed in questo risiede il fascino del cinema di Todd, poiché la sua arte, come successo già in Carol (2015) e Far from Heaven (2002), è capace di creare interrogativi e spunti di riflessione destinati a serpeggiare dentro lo spettatore a lungo, magari senza mai trovare risposta.
Riccardo Capobianco