Dopo cinque anni dal debutto alla regia per il talentuoso Bradley Cooper con il film cult a Star is Born, l’attore ritorna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica con un nuovo ambizioso progetto che lo vede nuovamente in veste di regista e protagonista. Maestro, prodotto dai colossi Steven Spielberg e Martin Scorsese, è la storia vera del primo direttore di orchestra newyorkese Leonard Bernstein che, oltre ad essere autore di numerosi musical a Broadway, fu anche il primo americano ad avere un incarico prestigioso presso la Carnegie Hall.

Il biopic ripercorre i trent’anni di vita dell’artista durante i quali raggiunse non solo il picco della sua carriera, ma conobbe anche l’amore della sua vita Felicia Montealegre, interpretata dalla dolcissima Carey Mulligan. Quest’ultima ci regala forse una delle performance migliori della sua carriera dopo Promising Young Woman (2020), in un ruolo molto forte, sincero e drammatico, nel quale ritrae alla perfezione le sofferenze di una moglie malata ma soprattutto il suo infinito amore per suo marito e la sua famiglia.

La prima metà del film si mostra interessante e quasi poetica, soprattutto grazie all’utilizzo del bianco e nero ed ai curiosi trucchi stilistici utilizzati nella regia, ma successivamente la narrazione inizia a divenire sempre più piatta e ridondante, trasformando questo elogio a Bernstein in un noioso racconto biografico. Sebbene Bradley Cooper sia perfetto nella sua interpretazione minuziosamente curata, la storia non riesce a travolgere come dovrebbe lo spettatore, ma anzi lo distrae ed a tratti annoia.

Se in A Star is Born tutti gli ingredienti erano in perfetto equilibrio, in quest’ultimo progetto Cooper riesce senza dubbio a raccontare una struggente storia d’amore, che commuove ed intenerisce, ma che non dona un ritmo alla narrazione tale da renderla accattivante e capace di restare impressa nella memoria dello spettatore.

Molti sono i momenti brillanti e poetici, in primis l’intensa sequenza durante la quale Bernstein dirige l’orchestra nella suggestiva cornice di una cattedrale oppure la delicata scena di ballo tra i due neo fidanzati sul palcoscenico newyorkese, ma questi non sono sufficienti a salvare questo progetto dall’inevitabile tramonto nel cliché di un biopic che sembra già visto.
Riccardo
