Dopo la gloriosa vittoria al Festival del Cinema di Venezia lo scorso settembre, arriva finalmente al cinema il commovente The Room Next Door, prima opera in lingua inglese di Pedro Almodóvar.

Le protagoniste Martha ed Ingrid, rispettivamente giornalista di guerra e scrittrice, sono due amiche di vecchia data che si incontrano dopo molti anni nella caotica New York, in un momento cruciale delle loro vite dove sarà una malattia a far incrociare di nuovo i loro destini. Martha, infatti, interpretata dalla carismatica Tilda Swinton, sta combattendo con un terribile cancro che la condurrà alla morte nel giro di pochi mesi, e ad assisterla sarà la dolce Ingrid, che ha il volto dell’incantevole Julianne Moore.

La loro amicizia tornerà a fiorire dopo anni di lontananza, come se il tempo non fosse mai passato, ed entrambe riapriranno con nostalgia i cassetti dei loro ricordi. Queste due donne, oramai mature, sono consapevoli della loro forza e della certezza che il passar degli anni ha fatto loro costruire, ma dinanzi all’incognita della morte, tutto sembra vacillare. Martha decide di assumere una pillola per l’eutanasia per trascorrere con dignità gli ultimi momenti sulla terra, abbracciando questa decisione con fierezza e rigore. L’ultimo tassello del puzzle è una figura amica che possa essere nella “porta accanto” nel momento in cui lei è pronta a compiere il gesto estremo. A ricoprire questo delicato ruolo sarà proprio Ingrid, la cui bontà d’animo non la allontanerà da questo difficile compito.

Questo film diventa lo spunto per una bellissima riflessione su temi profondi, a tratti spaventosi, che ricorrono prima o poi all’interno delle vite di ognuno di noi. Almodóvar con il suo tocco distintivo, crea un bellissimo ritratto, dove a brillare sono due interpretazioni indimenticabili da parte dei premi Oscar Tilda Swinton e Julianne Moore. I loro sguardi sinceri ci accompagnano durante la visione, facendoci innamorare della loro complicità quasi fosse una storia d’amore. La figura di Ingrid è quella più commovente, il suo personaggio cerca di vincere la sua paura della morte, facendosi forza dinanzi alla debolezza di Martha, che abbandonata dalla sua famiglia, ripone solo su di lei ogni sua speranza.

In tutta la sua voluta semplicità, Almodóvar cura ogni dettaglio di scena, in primis l’utilizzo dei set design e dei costumi, che da sempre raggiungono l’eccellenza nei suoi progetti. L’alternanza del color blocking, del bordeux, del verde menta e del blu elettrico, delineano delle estetiche così poetiche, frutto sicuramente anche della collaborazione tra la Production Designer Inbal Weinberg e la Costume Designer Bina Daigeler.

The Room Next Door è un progetto rigoroso, all’altezza delle aspettative degli amanti delle eroine rappresentate dal maestro Almodóvar, in cui l’errore più grande sarebbe confondere la sua semplicità con un difetto. Il film è leggero, volatile, armonioso come il canto degli uccelli, effimero come l’anima della protagonista che non ha paura di interfacciarsi con la morte. Tutto diventa poesia, un perfetto equilibrio di emozione e magia sublimate infine dalla neve che cade delicatamente sui volti nostalgici delle protagoniste, intrappolate nei ricordi dell’oramai scomparsa Martha.

Riccardo