Silenzi glaciali, vaghe nebbie, albe delicate ed un perpetuo dolce inverno avvolgono la scuola per signorine di miss Martha Farnsworth (Nicole Kidman), una donna adulta e determinata, alle prese con un inizio di mezza età scandito dalla solitudine; le stesse condizioni meteorologiche sembrano distanziare questa dalla sua socia Edwina (Kirsten Dunst), più giovane di lei ma apparentemente anche più indurita dalla vita. Ospiti delle due, un gruppo di cinque ragazzine curiose e vivaci aspetta che il padre torni dalla guerra, che il terrore cessi e che giunga la maturità.

E quest’ultima sembra arrivare inesorabile per tutte insieme al caporale dell’America nemica, John McBurney (Colin Farrell), che appare come un simbolo di rinascita e divertissement per tutte loro, disabituate alla presenza maschile: guarirlo dalle sue ferite prima, accudirlo e permettergli d’integrarsi al loro gruppo poi, sancisce un graduale mutamento interiore nelle protagoniste, ed inevitabilmente la fine del loro quieto vivere femminile, la rottura dell’armonia in quella sorta di gineceo in cui vivevano.

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Una scena del film | W Magazine
Tra le maggiori esponenti del cinema al femminile, la Coppola è innegabilmente abile a dirigere la storia di sette donne nelle sette diverse fasi della vita, alle prese con un solo uomo, insieme causa e cura delle loro discordie e gelosie, distruttore e conciliatore della loro alleanza e solidarietà. Così come ne “Il Giardino delle Vergini Suicide”, si riconferma capace ed originale nel raccontare lo sviluppo emotivo e sessuale delle adolescenti, dalla scoperta del trucco e dei gioielli, all’audace furbizia e curiosità tipiche di chi, apprestandosi alla conoscenza di sé stessa, si affaccia ai primi desideri esterni.

Il suo occhio femminile, però, non basta a caratterizzare i personaggi -che rimangono pressoché bidimensionali- né ad approfondire una trama di per sé semplice, ma che offrirebbe molti spunti di riflessione ed analisi psicologica.

The Beguiled
Colin Farrell e Kirsten Dunst in una scena del film | Variety
Il film non è molto lungo ed i 93 minuti di pellicola si possono semplicemente suddividere in due sezioni: una prima parte più lenta, scandita da un armonioso susseguirsi di splendide immagini naturali e silenziosi primi piani (specialmente sul volto di Farrell) sembrerebbe promettere una seconda parte completamente diversa da quella che invece segue realmente, composta di più scene brevi e un po’ frammentarie, dal ritmo decisamente più incalzante -troppo- e frettoloso -troppo. Sembra che da un certo momento in poi -in seguito ad un colpo di scena che non rivelerò- le cose precipitino, gli eventi si susseguano troppo rapidamente e così muti anche lo stile che caratterizzava le premesse della storia, una scelta stilistica un po’ spossante. Probabilmente quindici minuti in più non avrebbero fatto male ai fini della storia.

La sceneggiatura -stranamente, perché Sofia Coppola aveva dalla sua la possibilità di attingere con criterio al romanzo ed una versione precedente del film che già avevano fatto successo- non è abbastanza ricca da delineare i personaggi né valorizzare il cast, composto di attori assai talentuosi (Farrell, Dunst e Kidman su tutti) ma non sfruttati al meglio delle loro possibilità.

Insomma, se l’inizio promette bene, la rottura dell’equilibrio nella storia sembra rompere anche quello stilistico del film, affrettando l’avvicendarsi delle situazioni e togliendo così il gusto della metabolizzazione delle singole scene, che risultano nel quarto d’ora finale ridotte all’osso e semplificate. Se la trama di base offriva la possibilità di analizzare l’interiorità di ciascun personaggio (in special modo di Martha, Edwina ed Alicia, tre donne legate e divise dalla stessa vita), il risultato è piuttosto piatto, con qualche slancio interessante nella prima mezzora, ma decisamente in calando poi.

La regia della Coppola è impeccabile, la fotografia di Le Sourd delicata e limpida come lo sguardo perso delle sette fanciulle che scrutano l’orizzonte dalla terrazza di quella classica villa coloniale americana nella moda architettonica del tempo -ricorda le Dodici Querce di “Via Col Vento” (1939) e la residenza di Epps in “12 Anni Schiavo” (2013)-, ma non bastano a fare del film un capolavoro. Manca qualcosa -si può dire un approfondimento, un’analisi più introspettiva ed un dialogo più efficace- che sembra figurare tra le premesse iniziali, ma che poi non ha trovato riscontro nel seguito della pellicola.

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Le donne
Di certo è uno dei prodotti migliori del 2017, ma più che altro grazie all’innegabile talento della regista (sebbene questa volta fallisca nella sceneggiatura) e del cast (che però non viene valorizzato al massimo, purtroppo). Un peccato, perché le premesse avrebbero potuto fare de “L’Inganno” un’opera interessante e toccante, un incisivo sguardo che rimane invece tale solo più in potenza che in atto.

Da ultime, le due note più brillanti del film: degni di nota sono i meravigliosi costumi realizzati da Stacey Battat, per cui spero una meritatissima nomination agli Oscar 2018, e le molto vivaci e talentuose attrici bambine, che sarebbe una gran gioia rivedere ancora nei prossimi anni sullo schermo.

VOTO: 6/10

Carmen C.

IL COMMENTO DI MARIKA

Il film che poteva, ma non ha dato. Mi sento di descrivere così The Beguiled (2017) e me ne dispiaccio molto. Il film in sé mi è piaciuto, ma ci sono troppi buchi, troppi errori, troppe imprecisioni e una gestione del tempo a disposizione evidentemente fatta con la volontà di soddisfare l’occhio dello spettatore. Ho guardato il remake della Coppola con il ricordo vivido dell’originale del 1971 e il primo, nonostante l’incantevole fotografia e i costumi mozzafiato, è scarno e poco equilibrato rispetto al secondo. La Coppola nella stesura della sceneggiatura ha scelto di tagliare alcune vicende presenti nell’originale (e presumo anche nel libro) che hanno impedito una caratterizzazione completa dei personaggi e quello che, purtroppo, ne è risultato sono delle macchiette bidimensionali. Fortuna che il cast ha saputo dare loro un certo spessore.

In ogni caso non era mia intenzione demolire il film, che malgrado gli errori e il potenziale sprecato è comunque un prodotto valido. Spero solo di non trovare dei funghi speciali nella mia cena stasera…